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Gli ulivi estirpati a Caracoli: protesta a Termini e Trabia, ma Terna assicura che sono stati tutti salvati

Il sit-in del comitato Città Porto e del movimento Trinacria

Il comitato Città Porto per un futuro sostenibile di Termini Imerese si mobilita, assieme al movimento regionale Trinacria, dopo l’estirpazione - in territorio comunale di Trabia - di 1600 ulivi secolari in contrada Caracoli, dove sarà costruito il Thyrrenian link, un elettrodotto di Terna che collegherà la Sicilia, la Sardegna e la Campania alla rete elettrica nazionale, per esportare energia. Gli alberi sono già stati ripiantati in contrada Sant’Onofrio, in un terreno comunale. Ma per alcuni abitanti, il posto da cui sono stati piazzati appare come un «immenso, desolante cimitero». «Tutto questo era evitabile? - si chiede Angelo Giuffrè, vicepresidente del Comitato imerese -. Noi riteniamo di sì. Alberi maestosi che erano disposti a otto-dieci metri l’uno dall’altro, sono stati ammassati, mozzati, a meno di cinque metri, come fossero degli alberelli. Perché? Forse 1600 ulivi erano troppi per quel terreno? Tutto ciò è il segno tangibile di quanto sia basso il livello di considerazione delle risorse del nostro territorio».

Terna non replica, ma nei giorni scorsi - in una nota corredata anche dal parere di esperti e agronomi - aveva spiegato che «le piante, ricollocate mantenendo il medesimo orientamento rispetto ai punti cardinali e quindi la stessa esposizione solare di partenza, hanno iniziato a ricrescere in seguito alla potatura effettuata prima dell’espianto, a conferma del buon operato delle attività pianificate dall’azienda». Per la società, inoltre, sono stati rispettati tutti i passaggi amministrativi. «Il progetto di espianto e trapianto degli olivi - aveva spiegato Terna nella nota dei giorni scorsi - è stato preventivamente condiviso e successivamente approvato dalla Camera di Commercio, dopo il parere positivo dell’Ispettorato dell’Agricoltura e degli altri enti locali coinvolti».

Ma anche la consultazione pubblica sulla questione ha generato polemiche. «Abbiamo qualche dubbio su come sia stata condotta - continua Nicola Mendolia, del Comitato Città-Porto -. Non hanno tenuto conto del parere degli abitanti, che avevano presentato diverse alternative. Perché poi è stato deliberato esattamente il contrario?».

 

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