Nella messa crismale, celebrata oggi nella cattedrale di Palermo, l’arcivescovo Corrado Lorefice ha ricordato l’esempio di padre Pino Puglisi. «Trent’anni fa, il 15 settembre del 1993, a cinquantasei anni, il suo martirio portò a compimento l’unzione che il 2 luglio 1960 l’aveva reso presbitero della Chiesa di Palermo. È bello ricordare che per ben trentadue volte egli visse e celebrò il Giovedì Santo con la sua fraternità presbiterale e il popolo di Dio riunito nella sua variegata ministerialità e ricchezza di carismi in questa chiesa Cattedrale, e che da trent’anni è presente nella luce del Risorto».
«Lo so: lo sentiamo particolarmente vicino con infinita gratitudine (a lui e al Signore) per il dono che è stato ed è per la nostra Chiesa e per le chiese diffuse nel mondo» ha detto Lorefice nell’omelia in cui ha precisato che la Chiesa non è un centro di potere ma di donazione verso gli altri. «Inviato a Brancaccio, egli consegnò il suo corpo - ha continuato Lorefice - per trasformare i corpi segnati dalla schiavitù e dalla morte in Corpo di Cristo. Don Puglisi diceva che solo se si è amati si può cambiare; è impossibile cambiare se si è giudicati».
La Chiesa di Palermo ha pronto un articolato calendario di eventi per ricordare padre Puglisi in vista del trentesimo anniversario dell’assassinio compiuto dalla mafia a Brancaccio. Nella messa crismale sono stati benedetti gli oli forniti anche quest’anno dalle parrocchie dell’Arcidiocesi. Altro olio è arrivato dagli olivi del «Giardino della Memoria» di Capaci. È stato donato, nei giorni scorsi, dal questore di Palermo Leopoldo Laricchia e da Tina Montinaro, presidente dell’associazione «Quarto Savona 15». L’olio benedetto è utilizzato nel corso dell’anno per le celebrazioni dei sacramenti del battesimo, della cresima e dell’ordine.
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