Uno sguardo al passato per vedere il futuro. La storia di Laura Caliri e Antonio Dolce forse si potrebbe sintetizzare con queste parole. L’idea è quella di una cucina rivisitata con tuffi nella tradizione come la cottura alla lampada: il cosiddetto flambè.
Già perché se è vero che la pandemia ha colpito soprattutto il mondo della ristorazione, è anche vero che molti imprenditore hanno saputo reagire e anzi rilanciare la propria attività.
Caliri e Dolce, una giovane coppia palermitana, costretta ad abbassare la saracinesca del loro ristorante in Mariano Stabile 169 (indirizzo da cui prende il nome il locale) per lungo tempo a causa delle restrizioni anti-Covid da una settimana sono tornati al lavoro puntando anche sulla cucina al flambè del maitré Emanuele Ferrara.
“È stata dura sopravvivere a questo momento storico di incertezze e chiusure, deleterio non solo per la nostra attività ma anche un banco di forza per tutti i professionisti del settore – raccontano i due titolari -. Così, l’unica alternativa è stata quella di diversificare l’offerta dando spazio ai ricordi che sono sempre coloro che colmano i sensi di vuoto e danno luce al futuro”.
Aria nuova anche in cucina: ai fornelli lo chef Giuseppe Roccaforte, componente Euro-Toques Italia, l’associazione di cuochi internazionali, e ambasciatore Bio in Sicily 2020.
La sua è una cucina che punta alla valorizzazione del territorio e definita anche “antispreco”: “Attraverso i miei piatti – spiega Roccaforte - punto l’attenzione sulle materie prime del territorio, creando abbinamenti che parlano di Sicilia, delle sue tradizioni, nel rapporto costante con i piccoli produttori isolani”.
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