Il green fa tendenza anche nel settore dell'abbigliamento, nonostante la percentuale della sensibilità nei confronti di questa branca sia ancora troppo bassa. La domanda dalla quale partire è: quanto costa vestirsi? E quanto è dannoso all'ambiente, all'uomo e agli animali, questo eccesso di produzione tessile, spesso di scarsissima qualità?
Se ne parlerà domani, lunedì 22 ottobre, alle 10, da CreZi.Plus ai Cantieri Culturali della Zisa di Palermo, in occasione della chiusura di "Vestino 2018", il Festival del Tessile. Geniale l'idea degli organizzatori di questo evento che si discosta dalle più comuni tematiche affrontate giornalmente, focalizzando l'attenzione su dati allarmanti e che meritano di essere sviscerati.
Fare shopping smisuratamente è una delle conquiste giornaliere di ogni donna o uomo. Ma le conseguenze sono inaudite: si pensi che ogni anno l'industria dell'abbigliamento produce a livello globale emissioni di anidride carbonica stimate in un miliardo e 200 milioni di tonnellate. E non costa soltanto la produzione del capo, che molto spesso avviene lontano da noi (in Asia, per esempio), ma anche la sua manutenzione e dunque il lavaggio, e il suo riciclo, che avviene raramente.
Ma si rifletta anche sulla qualità degli indumenti acquistati: molti vengono realizzati in poliestere, un composto della plastica, che una volta finito nelle nostre lavatrici rilascia una quantità illimitata di fibre che finisco poi in mare. Inquinandolo inevitabilmente.
Domani a Palermo sarà proprio Matteo Wrad, amministratore delegato del marchio sostenibile che porta il suo nome, insieme a Silvia Giovanardi, ad analizzare questa problematica. "Crediamo in un’industria della moda che rispetti le persone, l’ambiente, la creatività e il profitto in eguale misura - dice Matteo Ward - insieme useremo il potere dell’industria della moda per catalizzare il cambiamento e ridare dignità alla catena di produzione". Il workshop si aprirà con l'intervento di Olga Pirazzi, responsabile ufficio moda di Cittadellarte-Fondazione Pistoletto che segue il progetto B.E.S.T. Bio Ethical Sustainable Trend, un laboratorio di idee e progetti eco-friendly legati all'industria del tessile.
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