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Noi e l’orto botanico, il papà di tutti i ficus che dall’Australia arrivò a Palermo

PALERMO. Ha circa trecento figli tutti imponenti e sparsi per il mondo e tanti sono nelle riviere d' Italia, nei lungomare, nelle ville nobiliari siciliane, giganteschi ficus macrophylla proliferati tutti da una fonte unica: dal Ficus detto anche magnolioide arrivato per primo 170 anni fa all' Orto botanico di Palermo, l'albero gigantesco che è tuttora il più grande di tutti i «figli». Un cupolone semisferico nel panorama di Palermo che dal 1845 lancia suoi simili per talea, per margotta o per innesto. E per prima cosa li lancia nei dintorni: a Villa Garibaldi di fronte Palazzo Steri, al Giardino Inglese e poi in Liguria dove la maggior concentrazione di Ficus è nelle ville storiche di Sanremo con alcuni esemplari collocati fra il 1880 e il 1890. Ma anche nelle riviere messinesi e calabre, a Reggio Calabria piantato con il piano regolatore del 1911, a Cagliari dove arriva intorno al 1883.


Albero «struggente», albero stritolatore, è la fantasia tropicale di Palermo. Quando germina sul ramo di un altro albero allunga le sue radici intorno al tronco dell’ospite soffocandolo e anche uccidendolo per prenderne il posto. Dai rami sviluppa radici aeree come colonne che raggiungono il terreno e diventano tronchi supplementari. Uno scenografico albero da pittori e da fotografi, anche pauroso, la grande chioma lucida di piccole foglie e sotto le foglie, al buio, dove la luce non riesce a filtrare, una foresta di rami conficcati in tronchi, di vicoli e corridoi che portano a zampe di draghi e tane di serpenti.

DAL GIORNALE DI SICILIA DEL 16 SETTEMBRE 2015

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