PALERMO. «Già dal sesto mese di gravidanza Bepi rispondeva agli stimoli musicali scalciando mentre io danzavo. E ancora oggi, a quasi due anni, mio figlio riconosce le canzoni che ascoltava e danzava con me durante i nostri nove mesi insieme». È con queste parole che Noemi Sollievo, responsabile nazionale per il settore danza orientale della Cife - Federsport Italia, racconta il suo danzare con la vita nel grembo.
Un'esperienza che si è trasformata in una vera e propria disciplina chiamata «GRAVIdanza»: la danza del ventre dedicata a tutte le mamme in dolce attesa.
Si tratta di appuntamenti ciclici svolti durante l’anno e condotti dall’insegnante nell’Accademia di arti orientali «Oriental Studio» di Palermo, l’associazione sportiva dilettantistica affiliata al Coni di cui l'insegnante è presidente e direttore artistico.L'associazione, che ha lo scopo di divulgare le danze e le culture mediorientali nell’Isola, è da sempre sensibile alle cause che promuovono il benessere psicofisico come in questo caso.
«Danzare con il pancione è un'esperienza che ogni donna dovrebbe provare - racconta la maestra -, perché crea una connessione e un legame unici tra mamma e figlio, garantendo benefici ad entrambi. Da un lato la mamma riscopre la propria femminilità perché con il pancione siamo tutte più belle. Il fisico viene allenato dolcemente, si allungano i tendini e si tonificano i muscoli di gambe, glutei e fianchi. Dall'altro lato il feto scopre nel ventre materno la culla della vita, le vibrazioni e i movimenti ondulatori lo coccolano e la musica attiva la sua percezione cognitiva prenatale».
Attraverso la danza del ventre, inoltre, il corpo della donna si prepara al parto. «La futura mamma - aggiunge Sollievo - impara a conoscere il suo corpo e a utilizzare il pavimento pelvico, un muscolo di fondamentale aiuto nella fase esplusiva del parto. Si impara poi la giusta respirazione per gestire il dolore del travaglio, danzando con movimenti permettono di entrare in stretto contatto con il bebè che si sentirà cullato da una mamma felice». Nonostante sia spesso associata alla sensualità, la danza orientale ha in realtà origini arcaiche che si fondano proprio sul rito propiziatorio al concepimento. Si narra, infatti, che le donne danzassero evocando con il bacino i movimenti del parto. Anche per questo motivo non è necessario avere avuto esperienze da ballerina per praticare la «GRAVIdanza».
«La danza del ventre è donna e tutte, inaspettatamente, siamo in grado di danzare», assicura la maestra che offre poi alcune indicazioni sull'abbigliamento dove «comodità» diventa la parola d'ordine.
«Bastano dei pantaloni, i calzini, una maglia a maniche corte e una cintura con le monetine» da far tintinnare ad ogni movimento del bacino. Ad eccezione delle donne con gravidanza a rischio, non ci sono limiti di «tempi» per danzare in dolce attesa. Si può iniziare fin dai primi mesi. «I movimenti saranno sempre dolci e delicati nel rispetto della salute della mamma e del bebè», spiega Noemi Sollievo che racconta di aver danzato per tutta la maternità.
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