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Made in Italy, un palermitano su tre sogna di lavorarci

Tuttavia ritiene che il Paese non sa sfruttare le sue eccellenze

PALERMO. Per oltre un palermitano su 2 (54%) il Made in Italy è un fattore importante per lo sviluppo dell’intero Paese e non a caso ben un palermitano su 3 (41,5%) sogna di trovare lavoro nel «Made in Italy» e nello specifico nell’agro-alimentare (29%). Eccellenza (22%), qualità (21%) e creatività (17,5%) sono le caratteristiche che permettono al Made in Italy di fare la differenza nel mondo. Tuttavia ben un palermitano su 3 (34%) ritiene che l’Italia non sa sfruttare le sue eccellenze. Per valorizzarle il 25% degli universitari propone di trasformare il Made in Italy in un’esperienza da vivere, sviluppare una riforma dell’istruzione (18,5%) per insegnare nelle scuole il vero valore delle eccellenze italiane, potenziare il digitale per permettere alle aziende più piccole di affacciarsi su altri mercati (13%).

È quanto emerge da una ricerca promossa dal Gruppo Sanpellegrino in occasione del secondo Premio Sanpellegrino Campus (http://www.sanpellegrino-corporate.it/campus.aspx), condotta su 10.556 tra laureati e studenti universitari italiani – dei quali circa 500 palermitani – per capire desideri, aspettative professionali e proposte nei confronti del Made in Italy e le loro attese su Expo 2015. «Abbiamo realizzato questa ricerca per capire qual è il punto di vista dei giovani sul Made in Italy e quali sono le loro aspettative nei confronti dell’Expo – afferma Stefano Agostini, Amministratore Delegato e Presidente del Gruppo Sanpellegrino –. Noi come Sanpellegrino siamo impegnati da sempre nel diffondere i valori del Made in Italy nel mondo e abbiamo fortemente voluto essere partner di Expo 2015 per cogliere l’opportunità di parlare di Made in Italy proprio nel nostro Paese».

Per un palermitano su 3, inoltre, il Made in Italy è importante per lo sviluppo del Paese ma non viene difeso come dovrebbe essere. Ben il 41,5% di loro ritiene di poter trovare un lavoro nel Made in Italy e tra i settori più ambìti trionfa l’agroalimentare.

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