
Focus sulla cardiologia interventistica venerdì 5 e sabato 6 giugno a Palermo con l’11° edizione del Congresso regionale della Società Italiana di Cardiologia Interventistica (GISE). Negli ultimi anni questa branca della cardiologia ha fatto passi da gigante ed oggi riesce a rispondere alla domanda di cura, sempre più crescente, per le patologie cardiovascolari: “Si tratta di cure più precise ed efficaci. - spiega Marco Caruso, tra i responsabili scientifici dell’evento nonché delegato regionale SICI GISE - Ciò permette di aumentare la probabilità di sopravvivenza dei pazienti operati”.
La due giorni, che si terrà presso il Marina Convention Center (all’interno del Molo Trapezoidale) con provider e segreteria organizzativa a cura di Biba Group, è rivolta a medici chirurghi di cardiologia, cardiochirurgia, chirurgia toracica, chirurgia vascolare, malattie dell’apparato respiratorio. Saranno presenti i rappresentanti di tutte le Unità di Cardiologia interventistica della regione Sicilia, sia pubbliche che private, e delle Università.
Un importante momento di confronto sugli aspetti tecnico-scientifici ed organizzativi della patologia coronarica, valvolare e più in generale dell’interventistica strutturale cardiologica: “Le tecniche in uso, oggi, hanno condotto ad un miglioramento della cura dei pazienti, sia in termini di qualità che di quantità di vita. - prosegue Caruso - Basti pensare all’enorme lavoro svolto dal personale delle cardiologie interventistiche, organizzate in rete, per garantire su tutto il territorio regionale il tempestivo trattamento dei pazienti con infarto miocardico acuto h24 e 7 giorni su 7. Ogni anno il numero dei casi coronarici, sia acuti che cronici, aumenta”.
Durante il congresso verranno affrontati anche i temi relativi alla cura della cardiopatia strutturale, come la sostituzione valvolare aortica, la cosiddetta TAVI (Transcatheter Aortic Valve Implantation), la riparazione della valvola mitrale e la prevenzione dell’ictus cardioembolico. “Sarà anche occasione per discutere dell’apertura delle cardiologie interventistiche al trattamento di alcune patologie, come l’ipertensione arteriosa e l’embolia polmonare acuta, che sino a qualche anno fa non erano oggetto di trattamento percutaneo”, conclude Caruso.
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