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I cento anni del Policlinico di Palermo, la storia fino ad oggi

Il 5 maggio 1924, 100 anni addietro, il Duce Benito Mussolini sbarca a Palermo nello scenario incantevole della Marina, sotto l'arco di Porta Felice e riceve l'abbraccio impetuoso ed entusiastico del popolo palermitano, scrive il giornale L’Ora. Il Capo del governo viene per la prima volta a Palermo. Una visita grondante retorica. Alta società rutilante, pranzi e serate di gala, uomini in frac, gioielli e dame lussuose, comitati di accoglienza e onoranze. Uomini nuovi al volante della politica per il patto della nuova storia. Tra folle traboccanti e comizi oceanici - su invito del rettore Francesco Ercole - visitò l'Università nell'aula magna della sede centrale di via Maqueda.

Il Duce afferma che le università italiane sono la fucina dove si forgiano i destini della Patria. Tra gli studenti festanti Benito afferra il berrettino a punta goliardico e, ridendo con grande disinvoltura, se lo pone fieramente sul capo (Tricoli G., Mussolini a Palermo nel 1924, 1993).

In un comizio sul palco di musica dell’allora Foro Umberto I, con oltre 100.000 cittadini, il Duce comunicò la sua volontà di far divenire la «Grande Palermo» littoria capitale del Mediterraneo. Furono stanziate grandi somme, pari a 270 milioni di lire, per il risanamento del centro storico e per interventi nel settore igienico-sanitario: il complesso dell’Ospedale Civico e la costruzione a padiglioni del Policlinico Universitario alla Feliciuzza. A suo dire la rigenerazione sicula.

Questa vera e propria «Città delle Cliniche» era allocata in un’area di oltre 100.000 metri quadri, nell'ex Feudo Muratori: il rione Feliciuzza, che prendeva nome da una famosa e frequentata taverna, gestita dalla «Za’ Filiciuzza», la zia Felicia. A questo punto appaiono utili alcune brevi notazioni. Una sintetica storia della medicina universitaria di Palermo.

La glossa ospedale - dal latino hospitalis - designava un edificio originariamente destinato ad ospitare pellegrini o viaggiatori e solo successivamente indigenti o ammalati. La storia degli ospedali è legata all’evoluzione dell’assistenza sanitaria e alle risposte da dare via via alla società contemporanea, che a sua volta ne condiziona l'edilizia. L’ospedale tra medicina, antropologia e architettura.
Asclepiei, Jatreia, valetudinari, nosocomi arabi, diaconie, ospedalità monastica, con varie finalità sanitarie e sociali. Nuove prospettive si aprono a Palermo per la formazione dei medici, con l'istituzione dell’Accademia degli Studi. In essa è compreso, a partire dal 21 dicembre 1781, anche un insegnamento triennale di medicina. Il dispaccio che ne dà l’autorizzazione accorda che i palermitani «possono fare il corso di legge e medicina nella Reale Accademia». La solenne inaugurazione della R. Accademia, che trovò sede nel Collegio Massimo dei Gesuiti, avvenne il 5 novembre, data questa che viene considerata da alcuni come quella di inizio dell’università. La Reale Accademia, in breve volgere di tempo, ebbe pressappoco le cattedre attribuite in quell'epoca ad una vera e propria università. Ciò fu dovuto all'interessamento dei viceré Caracciolo e Caramanico.

Le cattedre concesse alla Facoltà di Medicina col cennato decreto furono sei. Con il potenziamento dell’Accademia si registrarono in Sicilia incontestabili progressi nella cultura superiore, e maturarono rapidamente i tempi per la costituzione a Palermo di una vera e propria università. Lo conferma il dispaccio reale del 3 novembre 1805 in cui si legge che il Re si compiaceva di consolidare e consacrare la nuova istituzione, dando all'Accademia il titolo di Università Reale degli Studi. Infine il 12 gennaio 1806 l'Accademia veniva elevata ad Università. L’Università nacque con il segno della provvisorietà fino a quando le sue sorti, nel 1860, si fusero con quelle degli altri atenei dell'Italia unificata.

Il corso di Scienze mediche nelle università siciliane era quadriennale. Al compimento del secondo anno lo studente conseguiva l’approvazione (baccellierato), dopo il terzo la licenza, dopo il quarto la laurea. Particolari corsi di studi e prove di idoneità erano prescritti per la patente di salassatore, levatrice, erbajolo, esercente bassa chirurgia o bassa farmacia, secondo le leggi protomedicali. Le professioni a cui la laurea in medicina abilitava erano quelle di medico, chirurgo, oculista, norcino; il baccellierato abilitava alla ostetricia, chimica e farmacia. Secondo gli statuti generali del 1805, le cattedre rimasero sei.

Nelle università dell’epoca l’insegnamento della medicina era quasi esclusivamente teoretico. Nel XII secolo Ruggero II aveva stabilito un ordinamento riguardante l'esercizio pubblico dell'arte salutare, poi confermato da Federico II. Nel 1430 il Senato di Palermo scelse Palazzo Sclafani- su impulso di fra’ Giuliano Majali- per un «Nuovo Spedale», ove riunire le funzioni di circa 25 piccoli e inadeguati ospedali sparsi nella città. Si rammenta che Sclafani «Spedale Grande» era dotato del famoso affresco Trionfo della Morte, oggi a Palazzo Abatellis. All'inizio gli insegnamenti medici universitari furono ospitati in questa sede. Nei secoli successivi la medicina accademica, dopo la sede nel convento dei Teatini del tutto inidonea, era dispersa nel tessuto urbano: l'ex Convento della Concezione, lo Spasimo, i bastioni di Porta Carini, sino all'ex Monastero delle Ree Pentite in via Divisi.

Nel 1881 Baccelli, ministro della Pubblica Istruzione, promosse la riforma universitaria che prevedeva il raggruppamento degli insegnamenti medici, con criteri di affinità scientifica. Anche a Palermo si auspicava la nascita di una «Città delle Cliniche», che risolvesse la frammentaria e disagiata dislocazione urbana di medicina e chirurgia. L'istituzione di Policlinici era nata da un siciliano, Francesco Durante di Letojanni, chirurgo fondatore della scuola romana e del Policlinico Umberto I.

Dopo l’annuncio, la nascita del Policlinico è legata all’emanazione della legge 881 del 1926. Nel 1928 l’ateneo affida al prof. Antonio Zanca, coadiuvato da Carlo Colomba e Ugo Perricone, l'incarico dei progetti esecutivi. Ettore Sessa ha narrato evoluzione e specificità di quest'opera complessa (Storia della Medicina Accademica di Palermo, 2023). Per la realizzazione del Policlinico un contributo notevole, ma in forma discreta, si deve a Guido Jung, imprenditore, di Palermo di famiglia ebrea, che abitò in via Lincoln 75, oggi sede del Museo Falcone. Jung fu tre volte deputato e Ministro delle Finanze dal 1932 al 1935. Unico ministro ebreo del ventennio fascista. Nel 1936 fu stanziata una ulteriore somma per completamento e ampliamento degli Istituti progettati. Nel 1937 Mussolini tornò a Palermo, anche per constatarne la realizzazione. L'attività del Policlinico ha avuto inizio tra il 1939 e il 1943, dapprima in maniera discontinua per gli eventi bellici. Per oltre 40 anni il Policlinico fu chiamato Feliciuzza.

L’11 agosto 1982, all'interno del complesso, fu ucciso per mano mafiosa il Prof. Paolo Giaccone, famoso medico legale che non aveva voluto modificare una perizia che incastrava un assassino di «cosa nostra». Subito dopo, per iniziativa del Rettore Giuseppe La Grutta ratificata all'unanimità dagli organi accademici, il Policlinico fu intestato a Giaccone. Tutti noi abbiamo verso di lui un debito perenne. L’efferato delitto divenne una bussola etica e civile per i giovani.

Medicina e sanità, mutabili e modificabili nel tempo, ambedue sono variabili storiche, interdipendenti, del rapporto uomo-natura, in ambito individuale, e del rapporto uomo-società in ambito collettivo: rapporti mediati entrambi dalla tecnica, dalla scienza, dalla cultura, dalla politica, proprie di ciascuna epoca.

Il presidente Schifani, nel rimodulare i fondi statali per le strutture sanitarie dell'Isola, ha destinato 348 milioni per realizzare il nuovo Policlinico (Giornale di Sicilia, 29 novembre 2024) dopo 100 anni. Strategia politica importante e meritevole. Non si tratta di un duplicato. Il nuovo Policlinico sarà destinato all’alta intensità di cura, specie chirurgica; l’attuale sarà dedicato alle malattie croniche; l’ex IMI diverrà ospedale di genere per la salute delle donne. Per tale volontà del Governatore, l'assistenza ai malati, la ricerca scientifica biomedica e la formazione sanitaria di Palermo, avranno una strada aperta verso l'eccellenza, con soddisfazione di infermi e cittadini tutti.

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