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La cardiologia di eccellenza: grande successo e ampia partecipazione al congresso Cardiacto a Palermo

Una visione collettiva, una comunione di intenti, una rete di esperti e grandi eccellenze della cardiologia, in un clima di confronto e stima reciproca. Si è concluso con grande successo e ampia partecipazione il congresso Cardiacto al Marina Convention Center di Palermo. Per tre giorni, grandi professionisti del settore si sono incontrati all’evento organizzato da Alfredo Galassi, ordinario di Cardiologia e direttore della Scuola di specializzazione in Malattie dell’Apparato cardiovascolare dell’Università degli Studi di Palermo.

Presenti anche tanti specializzandi, futuri cardiologi, coinvolti da tanta esperienza e grande maestria. Gli obiettivi del congresso, organizzati con il supporto di Infocongress erano quelli di dare un aggiornamento sulle diagnosi e le terapia delle principali malattie cardiovascolari, sulle innovazioni della cardiologia interventistica, dell’elettrofisiologia, cardiostimolazione e imaging cardiovascolare, sui percorsi diagnostico-terapeutici integrati tra medicina ospedaliera e medicina territoriale. E alla fine delle tre giornate, tutti convengono che gli obiettivi siano stati pienamente raggiunti. Grandi nomi della cardiologia internazionale, come quelli di Filippo Crea, Thomas Lüscher, Antonio Colombo, Nicolaus Reifart, Ciro Indolfi, Carlo Pappone che ha affrontato il tema della morte improvvisa, Andrea Laghi dell'intelligenza artificiale, Gianfranco Sinagra delle cardiopatie, il presidente della società italiana di cardiologia Pasquale Perrone Filardi e tanti altri, sono stati ascoltati da una affollatissima platea. Tra loro anche tanti specializzandi, futuri cardiologi, coinvolti da tanta esperienza e grande maestria.

«Un bilancio assolutamente positivo con un’ampia partecipazione - afferma il professore Galassi -. È arrivato un unico messaggio da tutte le cardiologie, di Palermo e provincia, nell'affrontare il problema delle malattie cardiovascolari. Abbiamo ascoltato la voce degli ospedali e della medicina territoriale e noi, come Università, abbiamo il compito di formare i nuovi cardiologi. Avere avuto nei mini corsi tanti specializzandi e anche le scienze infermieristiche è stato per noi motivo di orgoglio. Siamo già al lavoro per ripetere l’esperienza l’anno prossimo».

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