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Caso Tardino, la Regione rinuncia alla sospensiva. Schifani: «Il Tar decida nel merito»

La prima udienza verrà fissata con ogni probabilità a gennaio inoltrato

L’incarico di Annalisa Tardino alla guida dell’Autorità Portuale di Palermo è salvo. Almeno per i prossimi mesi.

La Regione stamani, nell’udienza al Tar, ha ritirato la richiesta di sospensione del provvedimento di nomina fatto dal ministro della Infrastrutture Matteo Salvini alla vigilia di Ferragosto. Dunque la ex eurodeputata ed ex segretaria regionale leghista resta in sella almeno fino al giudizio di merito che è stata fissata per il 13 gennaio.

Palazzo d’Orleans aveva aspramente criticato la nomina. Schifani aveva detto che era stato violato da Salvini il principio di concertazione con la Regione e in più riteneva che la Tardino non avesse i requisiti. Per questo aveva fatto un ricorso al Tribunale amministrativo regionale chiedendo la revoca della nomina e nell’immediatezza la sospensione in via cautelare.

Nel frattempo però i rapporti fra Schifani e Salvini sono tornati più sereni. “E’ il miglior ministro delle Infrastrutture che l’Italia abbia mai avuto” ha detto recentemente il presidente della Regione del leader leghista. Anche se i tecnici di Palazzo d’Orleans spiegano che la rinuncia alla sospensione del provvedimento è un passaggio tecnico necessario per ottenere una accelerazione del giudizio di merito, che altrimenti avrebbe avuto tempi ancora più lunghi.

Intanto però la Tardino resta in sella e con pieni poteri.

Schifani: in questo modo il Tar potrà esprimere un giudizio completo e approfondito

Palazzo d’Orléans ha fatto sapere di aver scelto «di non insistere sulla sospensione cautelare dell’atto ministeriale, ritenendo più utile un giudizio completo e approfondito piuttosto che un intervento limitato e sommario. La decisione risponde alla volontà di garantire la piena legittimità nella direzione di un ente pubblico strategico per lo sviluppo della Sicilia occidentale. La Regione ribadisce inoltre la propria convinzione che le contestazioni mosse al provvedimento ministeriale siano fondate e destinate a trovare conferma in sede di merito».

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