«È inaccettabile il modo in cui il presidente Schifani ha imposto al parlamento la sua mini-finanziaria spot, al punto tale da schifiare la stessa maggioranza, che di fatto è in piena crisi, perché gli onorevoli che hanno votato contro superavano di gran lunga quelli dell’opposizione: non erano i soliti 4-5 franchi tiratori». Ma al di là del dato politico, nella visione e nello stomaco di Antonio De Luca, capogruppo M5S all’Ars, prima ancora del contenuto ciò che non va proprio giù della manovra ter è il metodo con cui è stata approvata, «con quel maxi-emendamento travestito da fondo per coprire gli aggiuntivi presentati dal governo in commissione Bilancio, e con la tagliola applicata in aula per andare subito in vacanza». Gli aggiuntivi contenevano risorse importanti, come quelle per gli Asacom. Secondo l’esecutivo sono stati stralciati per l’ostruzionismo delle opposizioni, mentre la tagliola è scattata per la valanga di emendamenti presentati. «La prima è una bugia: in Commissione eravamo disponibili a discutere tutti gli aggiuntivi, ma il governo, per accelerare, voleva riunire i componenti dei partiti e far decidere ad ognuno quale norma portare avanti. Ma non funziona così e non è scritto da nessuna parte che la Commissione inizi la mattina e finisca il pomeriggio: bisogna discutere ogni provvedimento e ci vuol tempo. Quanto agli emendamenti, spetta alla presidenza dell’Ars stralciare quelli ridondanti o accorparli». Andiamo ai contenuti. Ci sono anche 45 milioni per i sindaci, per il trasporto all’estero dei rifiuti, e 4 milioni per la lotta contro la povertà. Non può non essere d’accordo su queste misure, o no? «Esatto, e infatti le abbiamo fatte passare. Detto ciò, il problema di questa manovra è che avrebbe dovuto contenere misure urgenti come quella sugli Asacom, ma alcuni articoli non hanno impellenza. Un esempio? La norma per sovvenzionare i laghetti privati, che abbiamo fatto saltare perché ci sembrava un metodo per distribuire risorse attraverso l’assessorato all’Agricoltura». L'intervista completa sul Giornale di Sicilia in edicola e nell'edizione digitale.