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Rete ospedaliera in Sicilia, avanti... piano. Attesa per la terza bozza

La nuova versione con gli aggiustamenti arriverà martedì in commissione all’Ars, Faraoni: «Puntiamo a un piano condiviso, ponendoci come interlocutori di tutti»

Sono stati inaugurati oggi, a quasi 100 giorni dalla grande deadline del Giubileo, alla presenza del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, del presidente del Municipio XIV, Marco Della Porta, e del commissario della Asl Roma 1, Giuseppe Quintavalle, 77 posti letto di degenza del San Filippo Neri, 09 settembre 2024. I nuovi reparti sono nella palazzina B dell'ospedale e in particolare riguardano specialità di Neurochirurgia, Chirurgia vascolare, Otorinolaringoiatria e Cardiologia con un totale di 19 posti letto per piano e di 20 posti letto di Terapia Intensiva e Sub Intensiva, quest'ultima per i pazienti di complessità intermedia, nella adiacente Palazzina C. NPK ANSA / Ufficio Stampa Regione Lazio +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

Servirà ancora tempo per approvare la nuova rete ospedaliera della Sicilia. Non solo per il braccio di ferro emerso in sesta commissione all’Ars, ma anche perché il governo regionale punta a un piano condiviso, accogliendo le richieste avanzate e modificando il testo dove possibile.

Il via libera finale, però, spetterà ai ministeri della Salute e dell’Economia. Con il piano di rientro in corso, infatti, la Regione non ha piena autonomia.

Intanto si è arrivati alla versione 3.0 del documento. La commissione Sanità attende di riceverla: la bozza dovrà arrivare entro la prossima seduta, convocata per dopodomani.

«Stiamo lavorando con grande attenzione ponendoci come interlocutori di tutti – assicura l’assessore alla Salute, Daniela Faraoni –. Stiamo attivando e innovando i servizi, è una nuova modalità di organizzazione dell’offerta sanitaria e capiamo bene che occorre del tempo per farla maturare a tutta la collettività. Dobbiamo quindi essere disponibili ad eventuali modifiche. Si tratta anche di cambiamenti culturali che non possono essere trasferiti solo con un provvedimento amministrativo e devono essere oggetto di confronto».

Giovedì a Roma è previsto un incontro con i due ministeri.

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