Palermo

Martedì 22 Luglio 2025

Palermo, il sindaco Lagalla e i giochi di Palazzo: «Basta o me ne vado»

Non ne può più dei giochi e giochetti della politica, del rallenty imposto dagli uffici, dei dirigenti che andrebbero fatti ruotare al più presto. Roberto Lagalla al vertice di maggioranza convocato con tutti i capigruppo tenta di ridare slancio alla sua attività amministrativa. Ma, ferito dai fischi del Festino e dalle accuse di corresponsabilità nella (in)sicurezza della città, è tornato a minacciare le dimissioni se le cose non dovessero mettersi per il verso giusto. Ha ribadito che lui non deve rimanere per forza alla guida della città se il sistema delle alleanze non regge più. Dall’altra parte, però, si lamenta uno scollamento profondo fra i consiglieri e l’attività della giunta; un rapporto con gli assessori altalenante; il fatto che si sconosce quale sia il pacchetto di provvedimenti su cui magari l’amministrazione lavora. Una discussione aperta e senza toni esasperati quella di ieri pomeriggio. Ma il sindaco ha voluto mettere i puntini sulle i fissando alcune priorità, come ad esempio una funzionalità più incisiva del Consiglio. E per stringere i bulloni a raccordo fra i due organismi (giunta e consiglio) una volta al mese aprirà la seduta della giunta anche ai capigruppo. «Io lavoro 24 ore al giorno - ha detto il primo cittadino -, ma i risultati che raggiungiamo non riusciamo a comunicarli bene. Spesso le cose che non vanno vengono scaricate addosso al sindaco. Ma questo gioco ha vita corta, perché se si usura il sindaco si usura anche la sua maggioranza e il sistema che lo sostiene». Un servizio completo di Giancarlo Macaluso sull'edizione di Palermo del Giornale di Sicilia in edicola oggi

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