
Una spesa sul territorio siciliano senz’altro sufficiente, ma non così alta rispetto alle sette opere vincitrici del bando. Sarebbe questa, in estrema sintesi, la ragione principale dell’esclusione dai finanziamenti della Sicilia Film Commission del progetto cinematografico «Biagio Conte. La vita per gli ultimi», destinato a diventare comunque una serie Rai. Il presidente della Regione, infatti, ha annunciato che farà di tutto per trovare i fondi per la produzione.
Ma il caso continua a sollevare un coro di polemiche, irritando, e non poco, il presidente della Regione, ieri tornato alla carica per chiedere chiarimenti all’assessore regionale al Turismo e allo spettacolo Elvira Amata, con cui i rapporti sono già tesissimi per via dell’inchiesta sui contributi concessi dall’Ars che coinvolge pure l’esponente FdI.
Questione di soldi
Va subito detto che per spiegare l’estromissione del docufilm dalle risorse destinate all’Isola per l’audiovisivo provenienti dall’Fsc – 15 milioni di euro per il triennio 2025-2027 di cui circa 4 da investire quest’anno – sarebbe meglio usare il condizionale, ma confrontando il bando con la graduatoria e ascoltando le indiscrezioni arrivate al nostro giornale da fonti qualificate, il nodo da sciogliere porta allo stesso filo: il racconto sulla vita di Fratel Biagio non è stato accantonato per motivi qualitativi e artistici, ma economici, attinenti a uno dei requisiti fondamentali del concorso, ossia la quota di investimenti effettuati dal progetto in Sicilia.
Più nel dettaglio, il problema riguarderebbe soprattutto la sotto-categoria 4.5 del bando, relativa alla percentuale di spesa nell’Isola, che deve raggiungere almeno il 150%, un’asticella centrata dal film in questione, ma, a quanto pare, in misura minore rispetto ai sette vincitori, tanto da assegnare all’opera un voto più basso, che ha inciso sul punteggio complessivo di 79,7, di poco lontano dalla settima in lizza (83 punti) ma tale da piazzare «La vita per gli ultimi» al decimo posto, tra i progetti ammessi ma non beneficiari di contributo per insufficiente dotazione finanziaria.
L’impegno del governatore
Dal canto suo, il direttore della Sicilia Film Commission, Nicola Tarantino, rimarca che «la selezione dei concorrenti ammessi al cofinanziamento risponde a dei criteri descritti nel bando, ed è alla luce di questi che la commissione ha stilato la graduatoria». Quel che è certo, ribadiscono da Palazzo d’Orleans, è che il governatore Schifani, furibondo per la bocciatura, ha già deciso di inserire nella manovra ter, al voto nelle prossime settimane, un suo emendamento per finanziare la produzione del film sul missionario laico, senza rinunciare a chiedere chiarimenti su quanto accaduto all’assessorato timonato da Amata.
Un’istanza rinnovata ieri, con una nota rivolta al dirigente generale del dipartimento del Turismo, Maria Concetta Antinoro, a firma del capo di gabinetto vicario, Carmelo Frittitta, in cui si chiede di indicare «le motivazioni che hanno condotto all’attribuzione dei singoli punteggi». L’assessorato dovrà allegare anche tutti gli atti della procedura riguardanti le valutazioni delle produzioni finanziate.
Il film della polemica
Ma l’irritazione cresce anche sul fronte dell’opposizione. Per il capogruppo M5S all’Ars Antonio De Luca il «no» al finanziamento alla serie su Biagio Conte «non è che l’ennesimo disastro targato FdI all’assessorato al Turismo: Schifani cosa aspetta ancora per rimuovere Amata?» Al vetriolo anche l’omologo del Pd, Michele Catanzaro, che vorrebbe «capire in base a quali criteri i vertici dell’assessorato scelgono quali progetti finanziare e quali respingere», mentre la collega di partito Valentina Chinnici invita il governatore ad «incrementare la dotazione finanziaria della Sicilia Film Commission».

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