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L'inchiesta all'Ars. Nomine, consulenze e favori, si indaga sui «buoni amici»

L’inchiesta che coinvolge il presidente dell’Ars Galvagno e l‘assessore Amata: nuovi retroscena sul ruolo dell’ex portavoce De Capitani e la quantità di denaro che circolava

Palazzo dei Normanni

«Usi la sua compagna per influenzare l’imprenditore Tommaso Dragotto». Una frase chiave che sembra quasi una rappresentazione plastica del quadro che sta emergendo attorno all’inchiesta sul presunto giro di corruzione che coinvolge il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, e l’assessore regionale al Turismo Elvira Amata, per un giro di nomine, consulenti e favori, con i soldi della Regione, per organizzare eventi da decine di migliaia di euro.

Quelle parole sarebbero state pronunciate da uno dei componenti del consiglio di amministrazione della Fondazione Dragotto, tra quelle che avrebbe incassato importanti fondi regionali grazie alle «buone amicizie» nei piani alti dell’Assemblea regionale.

Franco Ricci, parlando con la sua compagna Sabrina De Capitani - ex portavoce del presidente dell’Ars, una delle principali indagate dell’inchiesta sfociata in due tronconi - rivela quello che gli sarebbe stato «caldeggiato» da uno dei vertici della Dragotto: «Mi ha detto testualmente: “Usi la sua compagna che ha un buon rapporto con la moglie (Marcella Cannariato, legata a Tommaso Dragotto, ndr), perché la moglie lo influenza molto”». «Te lo avevo detto» risponde sicura De Capitani, essendo conscia del potere relazionale di cui disponeva. Che poi si sarebbe tramutato in lauti riconoscimenti economici, per sé e per il compagno stesso.

Il tenore delle conversazioni fra i due è emblematico della grande quantità di denaro che circolava, attraverso la presidenza dell’Ars.

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