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Palermo, riparte la mobilitazione per la stabilizzazione dei precari dell’Ufficio per il Processo

Riparte la mobilitazione per chiedere la stabilizzazione dei precari attualmente in servizio dell’ufficio per il processo. Martedì 1 luglio, dalle ore 10 alle 12, si terrà un presidio a piazza Vittorio Emanuele Orlando, nei pressi della sede del Palazzo di Giustizia.

A Palermo i lavoratori e le lavoratrici assunti nell’ambito della missione giustizia del Pnrr sono oltre 400, in servizio presso i tribunali che compongono il distretto di Corte di Appello. Gli attuali 12mila precari italiani della giustizia, avvocati, dottori e tirocinanti in magistratura, hanno un contratto in scadenza tra un anno. Assunti nel febbraio del 2022, la fine del loro rapporto di lavoro resta inesorabilmente segnata al 30 giugno 2026.

Fp Cgil, Uil Pa e Usb Pubblico impiego hanno riaperto nazionalmente la vertenza con il ministero di Giustizia. E annunciano la ripresa della mobilitazione, che riguarda una platea di professionisti giovani e altamente qualificati, che fino ad oggi hanno permesso la modernizzazione del sistema giudiziario italiano, con risultati evidenti ottenuti in ordine a riduzione dei tempi di trattazione dei processi, abbattimento dell’arretrato e digitalizzazione.

“ll governo ha finora previsto la stabilizzazione di appena la metà dei lavoratori attualmente in servizio, attraverso procedure selettive le cui modalità di svolgimento non appaiono ancora chiare – scrivono in una nota le segreterie territoriali palermitane di Fp Cgil, Uil Pa e Usb Pubblico impiego - La stabilizzazione solo parziale del personale assunto nell’ambito del Pnrr, oltre a sottoporre i lavoratori, già vincitori di un regolare concorso per titoli ed esami, a una ulteriore procedura selettiva, appare un evidente passo indietro dell’amministrazione della giustizia, già ampiamente sottodimensionata rispetto alle piante organiche”.

Il nuovo modello organizzativo dell’Ufficio per il processo ha portato a una rivoluzione organizzativa, introducendo nuove figure professionali capaci di svolgere, oltre alle consuete attività amministrative, funzioni di supporto diretto alla giurisdizione.

“Con i pensionamenti dei prossimi anni, il ministero, in assenza della stabilizzazione del personale precario, si troverà a lavorare con un tasso di scopertura organica del 35 per cento, pari a circa 18mila unità di personale in meno rispetto a quanto previsto dai contratti - aggiungono le organizzazioni sindacali - Il rischio, peraltro, è che il sottodimensionamento dell’Ufficio per il processo, conseguente a una stabilizzazione solo parziale dei lavoratori che ad oggi lo compongono. Immaginare, infatti, che l’Upp possa produrre i medesimi benefici con appena la metà del personale è mera utopia”.

Pertanto, per proseguire “sulla buona strada intrapresa con il Pnrr”, per Fp Cgil, Uil Pa e Usb Pubblico Impiego è “necessario investire nella formazione e stabilizzazione del personale, garantendo contratti stabili e condizioni adeguate, evitando che quella in corso venga ricordata come un’esperienza passeggera, legata a esigenze eccezionali”.

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