
Per quanto l'esito fosse scontato fin dall'inizio, il congresso regionale del Pd che formalmente termina stasera non chiuderà lo scontro fra i leader delle correnti.
Anthony Barbagallo ha ottenuto il secondo mandato senza fatica, essendo rimasto l'unico candidato in corsa per la segreteria regionale dopo la rinuncia delle correnti che fanno capo a Bonaccini e Orfini a presentare sfidanti.
E però i leader delle correnti critiche verso Barbagallo contestano perfino i numeri della rielezione. Bocciate le primarie, l'elezione è stata affidata ai soli iscritti al partito. Che sono 16.500 circa. Di questi i votanti sono stati 9.500, cioè il 61. E a Barbagallo sono andati circa 7.500 voti, cioè l'80% di chi si è recato al voto.
Ma per i ribelli del Pd, se si guarda agli aventi diritto, Barbagallo ha preso meno del 50%. E dunque, diranno domattina in un commento ufficiale, il segretario ha perso il referendum su se stesso.
Barbagallo invece prova a guardare avanti. A caldo ha confermato che avrà un atteggiamento inclusivo verso chi lo ha contestato durante il congresso. Il segretario spera che le correnti a lui ostili possano accettare di partecipare agli organismi del partito, assemblea e direzione in primis.
Mentre è meno probabile che vengano offerti a bonacciniani e orfiniani posti in segreteria regionale.
Barbagallo, vicinissimo alla segretaria nazionale Elly Schlein, ha confermato che anche in Sicilia il Pd lavorerà al cosiddetto campo largo, cioè all'alleanza con 5 Stelle e Avs che ha portato la settimana scorsa alla netta affermazione a Genova.
Il congresso che volge al termine consegna infine anche i nuovi segretari provinciali. Solo a Palermo e Agrigento si sono imposti due esponenti dell'area Bonaccini: Teresa Piccione e Francesco Cacciatore.
In tutte le altre province hanno vinto gli uomini e le donne della Schlein: Angelo Curciullo a Ragusa, Giuseppe Pappalardo a Catania, Valeria Battaglia a Trapani e Renzo Bufalino a Caltanissetta.
Caricamento commenti
Commenta la notizia