
Renato Schifani metterà a disposizione un tesoretto per finanziare qualche norma aggiuntiva. Ma il presidente ribadirà che non accetterà emendamenti-mancia da parte dei deputati e chiederà invece ai segretari di partito di filtrare alcune proposte «di qualità». E nel frattempo prepara due altre mosse: le nomine nel sottogoverno e la riscrittura di una legge che è stata il manifesto del suo programma, quella che finanzia le assunzioni nelle aziende.
A Palazzo d’Orleans da giorni si prepara il vertice di maggioranza di lunedì pomeriggio. Renato Schifani ha deciso di convocarlo per creare una corsia sicura alla manovra bis (in aula all’Ars da martedì) e per sciogliere alcuni nodi su enti-chiave che da troppo tempo sono commissariati.
Il tesoretto per gli alleati
Sul tavolo degli alleati il presidente metterà una cifra che oscilla fra i 20 e i 25 milioni. Che si aggiungeranno ai 50 con cui la manovra già finanzia le norme del governo per aumentare i budget dei laboratori di analisi, per abbattere le tasse aeroportuali e concedere risorse agli enti di volontariato che assistono i poveri. Nel testo base ci sono già anche i primi fondi per aiutare le imprese a cercare nuovi mercati dribblando i dazi di Trump.
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