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Formazione, Federterziario: «Correggere subito l’Avviso 7 e riaprirlo a tutti»

«Federterziario Scuola non ha mai chiesto il ritiro dell’Avviso 7/2023 della Regione Siciliana». Lo scrive in una nota l’associazione datoriale del settore in merito al ritiro del bando che finanzia centinaia di corsi in Sicilia destinati a migliaia di allievi.

«Al contrario – scrive l’associazione presieduta da Toni Marfia - abbiamo sempre sostenuto, con note formali inviate all’assessorato alla Formazione, all’Ars e al dipartimento, che l’atto non andava revocato, ma ripristinato nella sua versione originaria, eliminando un’unica, sostanziale forzatura: la riscrittura dell’Allegato 5, cioè l’atto di adesione, partorita in una riunione ristretta fra l’assessore Turano e le sole sigle Uil, Cisl e Cgil da un lato e Cenfop, Forma e Anfop dall’altro, escludendo tutti gli altri attori del comparto».

Federterzio spiega che «quella riscrittura, fatta “nelle segrete stanze”, come abbiamo denunciato, introduce regole di parte che annullano la parità concorrenziale tra enti di formazione, minano la certezza del diritto e aprono la strada a contenziosi che rallenterebbero ancora di più l’avvio dei corsi. La riscrittura dell’atto di adesione voluta da pochi ha trasformato l’atto di adesione in un’imposizione contrattuale camuffata, vincolando gli enti all’applicazione di un solo contratto, quello firmato da Cgil, Cisl e Uil, e subordinando la ripartizione delle risorse a criteri non condivisi e non trasparenti. Non è un dettaglio: significa colonizzare l’intero sistema della formazione siciliana a favore di pochi, cancellando la pluralità di soluzioni contrattuali riconosciuta dalla normativa nazionale».

Dunque secondo Federterziario, a rallentare l’avvio dei corsi sono «le stesse organizzazioni che ora parlano di "grave danno", Cenfop, Forma, Anfop, le firmatarie di quell’intesa ristretta che ha reso necessario il ritiro per “meri refusi”. Questo settore – prosegue Federterziario, “martoriato” da anni di stop‑and‑go e contenziosi, ha bisogno di certezze, non di regole di parte. Le oltre 60 milioni di risorse stanziate devono trasformarsi al più presto in aule aperte, docenti al lavoro e cittadini in formazione. E l’unico modo per farlo è ritirare la riscrittura dell’Allegato 5 e rimettere subito in pista l’Avviso 7 – così com’era stato concepito».

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