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Congresso Pd, Cracolici: «Ero pronto a candidarmi ma rinuncio»

Antonello Cracolici, presidente della Commissiona antimafia regionale

«Si è scritto e detto che il 16 aprile avrei detto alla segretaria Schlein che il congresso siciliano rischiava di avviarsi in una situazione difficilmente ricomponibile: i congressi sono passaggi delicati, ma il fatto che questo sia stato preceduto da notizie che ci vedrebbero politicamente allo sbando mi obbliga a fare delle valutazioni». Così Antonello Cracolici, deputato regionale del Pd e presidente della commissione Antimafia all’Ars, parlando con i giornalisti in una conferenza stampa da lui stesso convocata nella sede del partito, in via Wagner a Palermo.

«Sono convinto che Schlein costituisca un valore aggiunto per il Pd, ma il mio timore è che in questa fase il partito rischi di perdere il proprio valore - prosegue Cracolici - Ho manifestato la mia disponibilità a mettermi in gioco, per aiutare la segreteria nazionale a offrire nuove soluzioni in una terra complicata e difficile come quella siciliana. Sono convinto che si debba trovare una soluzione unitaria, in una condizione di rasserenamento e riappacificamento per fare in modo che il partito prepari al meglio le sfide che ci attendono: elezioni regionali, nazionali e amministrative. Ho atteso una risposta per 22 giorni e l'unico segnale ricevuto in tal senso è stato il rinvio delle procedure congressuali di una settimana: devo cogliere una serie di silenzi, probabilmente imbarazzati, che ci stanno portando dritti a un congresso che si preannuncia con un’inevitabile contrapposizione che a mio avviso non farà bene al Pd. Al segretario regionale in carica ho comunicato subito la mia iniziativa, ma dall’intervista che ha rilasciato stamattina ho colto che si vuole fare un congresso di scontro e non di politica: temo che in Sicilia si voglia fare un piccolo partito, da controllare piuttosto che da ampliare e incapace di avanzare una proposta di cambiamento possibile».

«Questa - aggiunge Cracolici - è una terra contraddittoria, bisogna offrire una strada che permetta a quanti guardavano con fiducia all’attuale governo che una proposta alternativa è possibile: il Pd in questo momento rischia di sembrare in Sicilia una piccola filiale di un partito nazionale, ma le filiali prima o poi chiudono. A non essere stata colta non è solo la mia disponibilità, ma anche la possibilità di lavorare per trovare una soluzione che accontenti tutti: un partito deve saper valutare le condizioni e per queste ragioni ritengo che non ci siano più le possibilità per mantenere la mia candidatura. Ho avvertito anche un certo disinteresse della segreteria nazionale, se il destino del Pd in Sicilia non interessa allora vada come deve andare: io ce l’ho messa tutta, avevo lo scopo di cercare insieme una soluzione largamente condivisa per rigenerare il partito, ma senza scossa difficilmente il cuore riprende a battere. So che la mia decisione metterà in difficoltà qualcuno e in tal senso ringrazio quelle migliaia di persone che spontaneamente avevano raccolto firme in tutta la Sicilia a favore della mia candidatura, rinuncio alla disponibilità ma non alla battaglia politica perché di fronte a un congresso che temo possa essere brutto voglio continuare a dare voce a chi la pensa come me: gruppo parlamentare, amministratori, sindaci, consiglieri. In questo momento in alcuni ambienti del partito prevale un moralismo da marciapiede: mi auguro che chi aveva manifestato la volontà di darmi una mano nella mia battaglia abbia la forza di mettere in campo un profilo che possa difendere temi come la lotta alla mafia, su cui il Pd deve essere un baluardo senza mai distrarsi. Siamo gli eredi di Mattarella e La Torre, in nome loro dobbiamo tenere alta la moralità e la consapevolezza che la mafia può condizionare la politica e l’economia: è chiaro che c'è stato un certo disorientamento, ma da parte mia aderirò a qualsiasi candidatura a prescindere dalla collocazione correntizia. Bisogna mettere fine all’idea per cui se stai con Schlein sei buono e se stai con Bonaccini sei cattivo: qui in Sicilia la situazione è diventata stucchevole, ci si nasconde dietro appartenenze nominalistiche per non affrontare il vuoto politico che ci caratterizza. Temo che questo congresso durerà a lungo e potrà avere strascichi sulla vita del nostro partito, mi auguro che questo sia un timore sbagliato: voglio comunque continuare a fare politica ancora per molti anni, nel giorno in cui smetterò con il Pd smetterò con la politica».

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