Non ha paura. «Non penso ai pericoli e vado avanti perché sento la vicinanza dello Stato nella mia battaglia di ripristino della legalità. Ho fatto sport, sia di gruppo che individuali. Sicuramente mi hanno aiutato a comprendere che senza una squadra di amici e collaboratori, in qualsiasi settore, non si riesce ad andare lontano. Senza sacrificio, dedizione e costanza non si raggiungono risultati di rilievo».
Giuliano Forzinetti è alla quinta intimidazione subita, da quando è assessore alle Attività produttive, poltrona scomoda in una città dove l’economia circolare ha porte girevoli e da quelle, in un attimo di distrazione, può infiltrarsi il malaffare. Una contaminazione rovinosa per la vita e il lavoro di tutti gli imprenditori e commercianti che le regole invece le rispettano e vanno protetti. Trentaquattro anni, imprenditore nel settore assicurativo e immobiliare e nipote di un armatore, l’esponente della Dc è stato un precoce vicepresidente di Confindustria giovani.
Quando è scoppiato l’amore per la politica?
«Molto presto, a 17 anni. A 18 anni sono diventato coordinatore cittadino dell'Udc e l'anno successivo consigliere dell'VIII circoscrizione. Ho iniziato senza troppe pretese, i risultati sono andati oltre le aspettative e ho cominciato a crederci. Fare politica vuol dire sacrificare il proprio lavoro, i propri affetti, per mettersi a disposizione della cosa pubblica. Non c'è qualcosa che rende più orgogliosi di poter servire la propria città, riuscendo a toccare con mano i cambiamenti».
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