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A un anno esatto dalla prima approvazione, può finalmente entrare in vigore la norma che garantisce un sostegno alle donne sopravvissute ai tentati femminicidi o ai loro familiari nel caso in cui siano state uccise.
L'Ars ha varato la modifica alla legge che non aveva avuto a febbraio 2024 il via libera del governo nazionale per via di problemi di costituzionalità.
Le correzioni approvate e concordate da tempo dal presidente Renato Schifani col governo nazionale trasformano la norma dandole un'efficacia temporanea: poiché anche Roma sta pensando a un provvedimento analogo, la legge siciliana resterà in vigore fino a quando non verrà approvata quella nazionale. Che a quel punto avrà la preminenza.
L'aiuto principale introdotto con la legge appena approvata all'Ars resta quello di un lavoro alla Regione, esattamente come accade ai figli delle vittime di mafia.
Un plauso al voto dell'Ars è arrivato dal deputato Ismaele La Vardera che fu uno dei promotori della norma non ratificata un anno fa. Prima della votazione il deputato 5 Stelle, Luigi Sunseri, è intervenuto rilevando le tante assenze in aula tra le fila della maggioranza e la scelta delle opposizioni di non fare mancare il numero legale che avrebbe fatto saltare il provvedimento. Allo stesso modo il capogruppo del Pd, Michele Catanzaro, ha evidenziato che «la legge è stata approvata grazie all'astensione dei parlamentari di opposizione, nella quasi totale assenza della maggioranza».
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