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Commissioni consiliari a Palermo, il salvapoltrone che (non) piace a tutti

Evidenziato un conflitto regolamento-statuto. Il meloniano Milazzo solleva la nuova interpretazione

Palazzo Comitini

Commissioni consiliari, fermi tutti. letteralmente. Si sono passate settimane accalorate attorno al tema dei riposizionamenti. Ma è bastato sollevare una contraddizione fra regolamento e statuto per mandare a gambe per aria una costruzione che stava crescendo sostanzialmente su gambe di carta.

La zeppola maledetta è stata individuata da Giuseppe Milazzo, capogruppo di Forza Italia, uno che solitamente monopolizza l’aula. Spesso per regolare i conti nel centrodestra, ma sempre con argomenti difficili da smontare.

Nel caso specifico, l’ultima seduta di Consiglio è servita per mettere le cose in chiaro. L’europarlamentare meloniano ha sollevato il conflitto di norme regolamentari e statuarie per il fatto che i due documenti non sono mai stati allineati. Il risultato, comunque, è che lo statuto è una norma di rango superiore e quindi prevale. Risultato, le commissioni non si toccano. Tranne che il cambio non sia disposto dal capogruppo.

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