L'assemblea del Pd a Palermo, il segretario Barbagallo: «Saremo testardamente unitari». Ma le divisioni restano
«Testardamente unitari, come dice la nostra segretaria nazionale». Così il segretario del Pd siciliano, Anthony Barbagallo, ha aperto l’assemblea regionale del partito, convocata per approvare il regolamento per il congresso, all’hotel Astoria di Palermo.
Il segretario: «Al congresso votino gli iscritti»
«Ho parlato tanto in questi giorni - prosegue Barbagallo - credo che oggi il segretario debba ascoltare. La direzione verso cui si deve volgere è quella della certezza delle regole, il vaglio della commissione nazionale di garanzia, sulla bozza di regolamento, è la garanzia principale sul fatto che saremo sulla strada giusta. Commissariamento? Io ho fiducia nei dirigenti nazionali, confido in un percorso ordinato, senza fratture. Apertura a nuovi iscritti? Io faccio una proposta, per dare forza ai circoli, agli iscritti, per fare un congresso con delle regole certe, senza improvvisazioni e scorciatoie che possano poi portare a contenziosi. La proposta della segreteria regionale è quella sul modello del congresso che mi ha eletto nel 2020, quindi che votino gli iscritti, un tesseramento vero e reale che prevede la presenza dei nostri iscritti sul territorio perché è giusto dare voce a loro, soprattutto sui temi», conclude Barbagallo.
Lo statuto e l'iter congressuale
Insieme a Barbagallo, ad aprire l’assemblea, tra gli altri, c'è Igor Taruffi, responsabile organizzativo del Pd nazionale. Diversi deputati e iscritti del partito regionale stanno partecipando all’assemblea in videoconferenza, collegati da diverse parti della Sicilia, altri, invece, stanno prendendo parte in presenza. Da remoto sono collegati in 120, in presenza sono oltre un centinaio. «Il percorso ordinato - prosegue - è testimoniato dalle segreterie regionali allargate ai parlamentari nazionali, regionali ed europei, tenutesi il 17 ottobre il 7, 25, 29, novembre 5 e 12 dicembre e le tre direzioni del 19 ottobre, 16 e 23 dicembre, fino a sotto Natale. Nonché l’assemblea regionale del 12 dicembre andata poi deserta, con all’ordine del giorno l’elezione del presidente e il nuovo Statuto, fatto pervenire oltre un mese prima ai componenti, affinché venisse migliorata d’intesa o venissero formulati emendamenti che non sono mai arrivati». «Nonostante l’intensità delle convocazioni degli organismi - sottolinea - mi è dispiaciuto apprendere solo dalla stampa e da qualche virgolettato scomposto che c’erano proposte diverse senza che venissero mai formalizzate. Ed ancora di più mi è dispiaciuto apprendere sempre dai virgolettati sulla stampa che erano in corso forzature delle procedure. Quando persino nella convocazione ho precisato che il regolamento verrà sottoposto al vaglio di conformità della Commissione nazionale di garanzia oltre ad avere la piena condivisione del nazionale».
Taruffi: «Il candidato deve essere il frutto di un ragionamento per la Sicilia»
Se in questa assemblea esiste un numero legale? Sì. E’ evidente che la presenza della segreteria nazionale qui conferma la regolarità e la trasparenza. Se esiste il numero legale valido per eventuali modifiche? Assolutamente sì, ripeto, strumenti e numero legale sono assicurati. Il commissariamento della fase congressuale è da escludere. Siamo convinti che il partito siciliano possa portare a termine, in piena autonomia, i suoi temi». Così Igor Taruffi, responsabile organizzativo del Pd nazionale, parlando a margine dell’assemblea regionale del partito in corso a Palermo. «Noi siamo qui per trovare le sintesi che si possono trovare - prosegue - questo può avvenire in due ore, in due giorni, non si sa, ma l’importante è cercare di trovare i temi che interessano i cittadini: ossia lavoro, sanità e trasporti. Se la segreteria nazionale andrà verso una via di mezzo tra voto solo per i scritti o primarie aperti? La segreteria nazionale accompagna quali saranno decisioni che in autonomia deciderà il partito siciliano». L'assemblea si è poi chiusa con il rinvio alla prossima settimana per l’approvazione del Regolamento per il congresso, nel frattempo «bisognerà integrare all’ordine del giorno la nomina del presidente», ha detto Taruffi che ha precisato che «il candidato deve essere il frutto di un ragionamento per la Sicilia su cui il Pd si confronta».
La bacchetta ai deputati all'Ars
«Penso che quando andiamo sul giornale aprendo un dibattito non tra Pd e giunta Schifani, ma tra il gruppo del partito all’Ars diamo un’indicazione sbagliata a chi ci ascolta. Su questo abbiamo sbagliato. Chi è eletto all’Ars è eletto in nome e per conto del Pd ed è con lui deve confrontarsi. Il confronto non può essere un conflitto permanente». Così Taruffi nel discorso di chiusura dell’assemblea: «Il fine - prosegue - deve essere la proposta politica del Pd in Sicilia e in Italia. Superiamo il dibattito sulle regole, confrontiamoci sulla politica, perché altrimenti si rischia di innescare un corto circuito dal quale non usciamo».
Burtone: «Il no alle primarie non si capisce»
«Noi riteniamo che tornare al tesseramento come strumento per scegliere la classe dirigente regionale sia un salto all’indietro. Tornare ossia ai riti del Novecento: voteranno, la prossima volta, i nati nel 2006. La partecipazione alla vita politica diminuisce sempre di più. Non si capisce perché non si vogliano fare le primarie, per altro le primarie ci sono attualmente nello statuto, perché si devono togliere? In Sardegna spingono per le primarie, non si capisce perché non si debbano fare in Sicilia dove abbiamo bisogno della partecipazione del popolo». Così il deputato regionale Giovanni Burtone. «Operato di Barbagallo? Abbiamo dato un giudizio non positivo perché, soprattutto negli ultimi appuntamenti elettorali - conclude Burtone, che è anche sindaco di Militello in Val di Catania - lo abbiamo visto decidere da solo, questo dovrebbe portare a cambiare squadra».