Rap, inghippo risolto e stipendi salvi: recuperato il milione che doveva essere trattenuto dal Comune
I lavoratori di Rap possono tirare un sospiro di sollievo perché il Comune sta per liquidare tutti, per intero e senza la fatale trattenuta annunciata di un milione (di cui aveva parlato ieri il Giornale di Sicilia), i benedetti 18 milioni e 800 mila euro necessari all’azienda per fare partire regolarmente i bonifici destinati allo stipendio di dicembre. «Abbiamo già dato in anticipo le tredicesime, speriamo ora di fare arrivare prima del 27 i pagamenti del mese», afferma sollevato il presidente dell’azienda, Giuseppe Todaro, dopo le 24 ore di panico seguite a un emendamento sulla delibera del Consiglio che ratificava la transazione con il socio Rap, ma con il 5% di «accantonamento» che avrebbe messo in serie difficoltà la contabilità spicciola della partecipata. Ieri mattina, in tutta fretta, riunione fiume con l’amministrazione e la soluzione. Ma cosa è successo, perché è scattato l’allarme rosso sul totale già preventivato con l’accordo sulla congruità delle «fatture» per i servizi resi negli anni da Rap e ora saldati? Per Eugenio Ceglia, in effetti, si è trattato di un finto problema. Il famoso 5% viene normalmente previsto come «accantonamento» alle imprese che producono un utile e non è il caso della Rap. «La normativa che regola le società partecipate è molto complessa - spiega il direttore generale del Comune -. Per semplificare, mancava di fatto l’ultimo passaggio per ratificare la transazione, che è quello che prevede, dopo il passaggio in Consiglio, una ulteriore delibera di giunta. Se ne è accorto il segretario generale, Raimondo Liotta, e così abbiamo in velocità sistemato la questione». Il Consiglio aveva approvato l’emendamento (che conteneva la previsione su proposta proprio di Liotta) alla delibera sul riconoscimento del debito fuori bilancio da circa 19 milioni che avrebbe obbligato gli uffici del Comune a decurtare la cifra del 5 per cento, quindi quasi un milione in meno. Ma tutti i documenti contabili avevano riconosciuto la cifra tonda. Il punto è che senza il trasferimento del denaro la società di piazzetta Cairoli sarebbe finita nel totale caos. In sospeso fino a ieri restavano, oltre agli stipendi, le liquidazioni ai fornitori, le manutenzioni, le bollette: una lunga partita di conti da chiudere entro la fine dell’anno. E con i dipendenti a bocca asciutta sotto le feste di Natale, una paralisi del servizio dei rifiuti diventava più di una certezza. Ora il pericolo sembra scampato. L’anello burocratico mancante è stato agganciato in volata alla locomotiva dei soldi per la Rap. Giulio Tantillo, presidente del Consiglio comunale, aveva messo le mani avanti dopo l’inghippo: «Noi decidiamo su atti che hanno un controllo di legittimità - aveva detto -. Siamo pronti ad andare in aiuto alla Rap. Ma deve arrivare un provvedimento correttivo, evidentemente. Perché deve essere chiaro che noi non abbiamo sbagliato».