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Il Comune di Palermo e la sala a Nino Mandalà, la denuncia di La Vardera

Il garante dei detenuti, Pino Apprendi: «Marika è un romanzo che non esalta l'autore e il suo passato ma la ricerca di una rinascita»

nino mandala'

Il deputato regionale Ismaele La Vardera grida allo scandalo perché una sala ufficiale del Comune di Palermo è stata concessa a Nino Mandalà. «Questa storia è incredibile – dice La Vardera – il Comune ha concesso degli spazi a Mandalà, considerato dagli inquirenti il capomafia di Villabate, per presentare il suo libro. Questo signore non si è mai pentito, la sua famiglia è sempre stata vicino a Provenzano e il Comune che fa? Gli concede una sala per una presentazione in pompa magna con tanto di autorizzazione. Io mi chiedo come queste cose risultino normali all’interno dei palazzi, io mi chiedo come sia possibile che ciò accada. Spero vivamente che il sindaco Lagalla prenda provvedimenti immediati su una situazione come questa. Sia chiaro le varie autorizzazioni non passano mica tutte dal primo cittadino, ma davanti ad una cosa come questa non si può restare a guardare. Siamo diventati la barzelletta d’Italia».

A questa accusa risponde il garante dei detenuti di Palermo, Pino Apprendi. «Ho partecipato nel mese di giugno alla presentazione del libro Marika scritto dal signor Nino Mandalà già condannato per mafia che ha scontato la sua pena e che, nei pochi incontri avuti con lui, ha manifestato la volontà di riconciliarsi con la vita attraverso la scrittura - commenta Apprendi -. Non sono prete e non do assoluzioni, non sono magistrato e non condanno nessuno, credo nel carcere che riabilita e lì, vince lo Stato. Sapevo che c'era stata una precedente presentazione alla Fonderia nel 2016 e una nella sala del Consiglio regionale della Campania, ma lo avevo conosciuto alla presentazione di un suo scritto presso una libreria di Palermo, alla presenza di Laura Efrikian con la quale il signor Mandalà aveva avuto rapporti epistolari. Marika è un romanzo che non esalta l'autore e il suo passato ma la ricerca di una rinascita, come scrive bene nella sua prefazione il portavoce nazionale dei garanti territoriali».

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