I nuovi dehors unificati di via Maqueda sono sostanzialmente abusivi perché realizzati sulla base di un semplice accordo fra Comune e Soprintendenza. I gestori dei locali, insomma, non avrebbero chiesto un'autorizzazione al Suap ma si sarebbero basati su un semplice accordo che ovviamente non costituisce di per se provvedimento valido a dare il via libera all'installazione. È questo l'avvertimento diramato con una lettera rivolta anche a pub e ristoranti dal capo area del Suap, Rosa Vicari, e dal funzionario Marco Cannioto. Ma su questo argomento si sta scatenando un contenzioso che ha anche un carattere politico, ormai. In cui tutti sembrano essere contro tutti: amministrazione, commissione, circoscrizione, presidenza del Consiglio, commercianti.
Per comprendere bene il contesto bisogna fare un passo indietro. A luglio scorso è stata annunciata l'iniziativa che prevede di realizzare strutture a servizio dei locali che somministrano bevande e cibo situati nel tratto di via Maqueda fra via Celso e i Quattro Canti. Un progetto integrato di dehors uniformati (cioè uguali), con fioriere e coperture in tela, partito da un’intesa fra i negozianti e approvato dalla soprintendenza. Bene, partendo da questa intesa probabilmente i commercianti si sono sentiti rassicurati e hanno cominciato a montare le pedane che, peraltro, coprono anche marciapiedi e caditoie: circostanza che sta suscitando più di una perplessità.
Ma la questione ha assunto ora una connotazione particolarmente delicata. Perché il rischio è che la polizia municipale cominci a fare controlli a tappeto e fare un mucchio di sanzioni. La dottoressa Vicari, infatti ha scritto che «le installazione di dehors (nuovi, ndr) difformi dalle autorizzazioni originarie rilasciate, costituisce occupazione abusiva passibile di sanzioni a norma di legge». Al momento non sembra che ci siano le carte in regola. Anche se ora pare ci sia stata la corsa a regolarizzare le posizioni attraverso una procedura accelerata.
Solo che a complicare le cose, a dire il vero, arriva la precisazione del presidente della commissione Attività produttive, Ottavio Zacco, il quale fa presente che in tutta questa storia c’è una sorta di procedura sgangherata. Persino quella dei dirigenti. Perché, osserva Zacco, il regolamento del Consiglio comunale aveva stabilito che ogni nuovo progetto sugli assi di via Maqueda, Cassaro e via Roma deve passare per l’approvazione del Consiglio comunale. Cosa che non è stata fatta. Anche la presidenza del Consiglio è di questo avviso e sul tema si attende anche una sua nota di interpretazione. Il rischio, insomma, è che tutta questa costruzione vada a gambe per aria definitivamente se non si mettono le carte a posto.
«Non credo che sia così - spiega l’assessore alle Attività produttive Giuliano Forzinetti - esiste un testo unico regionale che autorizza l’amministrazione a predisporre progetti speciali. Già lo abbiamo fatto per via Amari».
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