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Rifiuti, più poteri a Schifani per i termovalorizzatori a Palermo e Catania: dal Senato arriva il via libera

I Cinquestelle sul piede di guerra: «La Regione e il suo presidente si preparano a un blitz senza precedenti sulla gestione della spazzatura»

La discarica di Bellolampo

Via libera delle commissioni Bilancio e Finanze del Senato all’emendamento dei relatori al decreto omnibus che allinea i poteri del commissario straordinario per i rifiuti della Sicilia a quelli del commissario per i rifiuti di Roma. L’obiettivo è di assicurare celerità agli interventi necessari al completamento della rete impiantistica integrata dei rifiuti e in considerazione degli ulteriori interventi per affrontare l’emergenza idrica.

L’emendamento prevede la possibilità di superare il ricorso alle gare per la realizzazione di impianti pubblici per la gestione dei rifiuti, compresi gli impianti per il recupero energetico: ma non incide sulla normativa europea che non consente di evitare le gare per appalti di alto valore che superano una certa soglia.

Ma i Cinquestelle sono sul piede di guerra. «La Regione Sicilia e il suo presidente Renato Schifani si preparano a un blitz senza precedenti sulla gestione dei rifiuti», afferma in una nota la senatrice M5s in commissione Bilancio del Senato Ketty Damante.

«L’emendamento presentato al Dl Omnibus - aggiunge Damante - votato oggi in Commissione prevede infatti che al presidente Schifani vengano dati gli stessi poteri del sindaco di Roma Gualtieri. Peccato che Schifani abbia già ampi poteri sulla gestione dei rifiuti in Sicilia. Con questo emendamento il suo incarico verrà ulteriormente ampliato consentendogli di gestire le gare per la realizzazione di due grandi termovalorizzatori sull’isola». Lavori, prosegue, «introdotti arbitrariamente nel Piano Rifiuti 2024 contravvenendo all’art. 22 del Codice dei contratti derivante dalla Convenzione di Aarhus e quindi senza alcun dibattito pubblico per la costruzione degli impianti. Ma la vera incognita sono le gare d’appalto considerato l’alto impegno finanziario che supera gli 800 milioni di euro e che, secondo la legge, non prevede deroghe alla messa a gara». Secondo Diamante, «i pieni poteri da delegare a Schifani ricordano molto da vicino quelli chiesti da Salvini al Papeete. Sappiamo tutti come andò a finire. Siamo sicuri che sia questa la strada giusta per la Sicilia e i siciliani?».

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