Il decreto legge nazionale che obbliga la Regione a concedere un indennizzo ai forestali per gli anni in cui sono stati impiegati con incarico a termine potrebbe costare alle casse di Palazzo d’Orleans fino a 800 milioni. E adesso i sindacati offrono all’assessorato alle Foreste una mediazione per arrivare a un accordo politico che porti tutti gli attuali stagionali al posto fisso in cambio della rinuncia al risarcimento per il periodo di precariato. Si apre una settimana delicatissima per i conti della Regione. «Finito il G7 di Siracusa - ha detto ieri l’assessore alle Foreste Salvatore Barbagallo - avremo una riunione con l’assessore all’Ambiente e i tecnici per valutare l’impatto finanziario del decreto legge e trovare le soluzioni». E qui bisogna fare un passo indietro. Una decina di giorni fa il governo nazionale ha varato un decreto per chiudere, pagando, tutte le procedure di infrazione aperte da Bruxelles contro l’Italia. Quella per il ricorso eccessivo all’impiego a termine dei forestali è fra queste. E il provvedimento dell’esecutivo Meloni prevede che per risarcire gli oltre 16 mila stagionali si possa erogare da un minimo di 4 mensilità a un massimo di 24: la cifra dipenderà dal numero di anni da precario che ciascuno ha svolto. Ma è noto che la maggior parte è già oltre i 20 anni. I conti li hanno fatti sia i sindacati che in assessorato: «Mediamente, sulla carta, si può arrivare a 50 mila euro a persona - ha sintetizzato Tonino Russo della Cgil - e ciò equivale a mandare la Regione sul lastrico». Ecco perché la Cgil si sta intestando insieme a Cisl e Uil una manovra politica per arrivare a un risultato diverso: «Per ottenere questi soldi - commenta ancora Russo - ogni forestale dovrebbe rivolgersi a un giudice che in base al decreto quantificherà l’indennizzo. Ma, anche se la la Regione avesse i soldi, a quel punto che succederà? Dopo aver indennizzato i forestali, li riassumerà con incarichi a termine ricadendo nella stessa situazione che ha portato a maxi risarcimenti?». Il timore di Cgil Cisl e Uil è che a quel punto il sistema si paralizzi perché la Regione potrebbe bloccare le chiamate in servizio o - sempre sulla carta - esternalizzare parte del servizio. Da qui la proposta dei sindacati: «Noi abbiamo pronta la richiesta di convocazione - anticipa Russo - per aprire un tavolo di confronto. Se la Regione si impegnerà a stabilizzare tutti i forestali che ne hanno diritto, si può discutere delle forme di risarcimento. Nessuno vuole mettere in ginocchio la Regione». La proposta nasce da una serie di analisi: una situazione analoga, creatasi all’Ente di sviluppo agricolo, si è protratta per anni e attualmente i risarcimenti sono all’esame della Cassazione ma senza alcuna chance di stabilizzazione per i precari interessati. Almeno 1.500 forestali si sono però già rivolti agli avvocati (in particolare ai legali Angela e Stefania Fasano) e molti altri si stanno muovendo in questa direzione per avere i risarcimenti. E gli stessi sindacati si stanno organizzando per offrire gratuitamente assistenza legale ai forestali. Per governare questa situazione i confederali proporranno alla Regione di ridare attualità a un progetto che all’inizio del 2024 sembrava in dirittura d’arrivo: la riforma del settore che prevede proprio la stabilizzazione di un gran numero di forestali. È un disegno di legge arenatosi dopo le dimissioni dell’assessore Luca Sammartino per via dell’inchiesta che lo ha coinvolto. Ma il neo assessore Salvatore Barbagallo ieri ha aperto su questo fronte tendendo una mano ai sindacati: «L’impatto finanziario degli indennizzi e le modalità per rispettare il decreto legge dobbiamo ancora analizzarli. E lo faremo in settimana. Ma sulla riforma posso anticipare che è mia intenzione portarla avanti sul solco di quanto aveva già previsto e fatto Luca Sammartino». La partita quindi si annuncia lunga e aperta a ogni finale.