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La figlia di Boris Giuliano ricorda l’amica Mattarella durante i funerali a Palermo: Maria generosa e altruista fino all'ultimo

Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, arriva nella chiesa di San Michele a Palermo

«Mai avrei potuto immaginare che sarei stata chiamata a parlare di te, oggi, qui. La nostra amicizia risale a tanto tempo fa, credo più o meno 25 anni. Ci rincontrammo quando sono entrata all’ufficio legislativo e legale della Regione. Tu lavoravi li già da qualche tempo, era giugno del 2000, eri rientrata da poco da un periodo di congedo perché era nato il tuo secondo figlio, Piersanti. Non conoscevo nessuno, mi sentivo spaesata, ma tu con garbo e gentilezza mi hai accolta con un mazzo di fiori e mi hai accompagnata in ogni stanza per farmi conoscere i futuri colleghi. Un gesto che non posso dimenticare».

È quanto ha detto in chiesa Emanuela Giuliano, figlia del vicequestore Boris Giuliano ucciso da Cosa nostra nel 1979, ricordando durante i funerali Maria Mattarella, figlia di Piersanti e nipote del Capo dello Stato, morta stroncata dalla malattia. Ai funerali era presente il capo dello Stato, Sergio Mattarella.

La madre di Maria Mattarella, Irma Chiazzese, moglie di Piersanti, col figlio Bernardo, si è stretta ai nipoti Giovanni e Piersanti ricordando la figlia in un necrologio.

«Quando sei stata nominata segretario generale, nel 2018, le nostre strade professionali si sono ricongiunte - ha continuato Giuliano - Anche in questo incarico hai profuso la più assoluta dedizione. Ancora mi stupisco ricordando le volte in cui dovevamo approfondire qualche argomento, leggere più documenti, note provenienti da diversi uffici, normative, provvedimenti. Avevi una memoria prodigiosa». E ha aggiunto: «Ero con te il giorno in cui hai avuto la notizia della malattia. Ti ho accompagnata, da alcuni giorni non stavi bene. Quando hai avuto l’esito, ti aspettavo fuori dalla porta: me lo hai raccontato con il tuo solito modo, asciutto, senza toni melodrammatici, anche se conoscendoti potevo intuire la tua enorme preoccupazione, me lo dicesti tempo dopo, per Giovanni e Piersanti. Abbiamo sperato, tutti noi che ti volevamo bene, abbiamo sperato, fino all’ultimo giorno, che l’epilogo potesse essere diverso».

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