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Schifani: «Sui manager della sanità balletto inqualificabile, il sistema è incancrenito»

Il presidente della Regione: vado avanti per la mia strada. Non mi lascio manovrare da nessuno. Basta fondi ai privati se le liste d'attesa sono lunghe

«Ho assistito a un balletto inqualificabile e lo dico assumendomene tutte le responsabilità. Ho ricevuto qualche giorno fa un manager che ha chiesto di incontrarmi. Con molto garbo mi ha chiesto indicazioni: io ho detto che non darò nessuna indicazione in merito. Ho lasciato questa persona libera di scegliere. Qualche giorno dopo, ho visto che questa persona ha fatto delle scelte che hanno un nome e un cognome, di partito. Questo sistema è incancrenito. Mi preoccupa. Non voglio fare il Don Chisciotte, ma sto cercando di non fare sconti a nessuno». Così il presidente della regione Siciliana, Renato Schifani, rispondendo in conferenza stampa a una domanda sulle nomine dei manager della sanità.

«La mia logica è una - prosegue -, non sono condizionabile. Sono chiamato a cercare di cambiare alcune cose che non vanno. Nella sanità pubblica diverse cose non vanno. Io vado avanti per la mia strada. Non mi lascio manovrare da nessuno. Non me la prendo con i singoli esponenti della maggioranza, è un sistema che condiziona anche loro», conclude Schifani.

Per una visita occorrono cinquecento giorni di attesa in una struttura pubblica

«Mi riprometto, nei prossimi giorni, di tornare sull’aspetto ospedaliero, per vedere come funzionano le emergenze. Farò qualche visita inaspettata. Devo rispondere a ciò che si sente dire, cioè che per una visita occorrono cinquecento giorni di attesa in una struttura pubblica. , Noi abbiamo distribuito decine di milioni per abbattere le liste d’attesa. Sia sul pubblico che sul privato. Voglio capire bene quali sono i tempi di lista d’attesa anche dei centri privati. Se sono questi e sono lunghi valuteremo anche il ritiro di questi finanziamenti».

I manager decadano se non raggiungono gli obiettivi

«Ho sentito l’assessore Volo e ho chiesto di inserire nei contratti dei direttori generali una clausola di decadenza, con dei parametri chiari che ne determineranno la decadenza, nel caso in cui tali paramenti non venissero rispettati. Su questo saremo rigorosi. Posso assicurare che inseriremo un organismo che valuterà gli obiettivi dei direttori generali. Non faremo sconti a nessuno».

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