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Palermo, zone blu: metà degli ausiliari in ufficio

Previsto il recupero di personale con la chiusura di alcune sedi commerciali. Il presidente dell’Amat: il mio compito è mettere i conti a posto. Dei 60 addetti part-time in strada ce ne sono solo 32, ora si prepara l’affiancamento coi vigilantes

La metà degli ausiliari del traffico in forza all’Amat, a Palermo, non va in strada a controllare se chi parcheggia nelle zone con le strisce blu esibisce il tagliando previsto per la sosta. Di fatto, ad oggi, in tutta la città devono dividersi il compito di sgambettare da una zona all’altra, con il sole e con la pioggia, solo 32 dei 60 assunti per svolgere proprio questo ruolo. Gli altri sono stati infatti impiegati finora negli uffici commerciali e nelle postazioni dove si staccano biglietti e abbonamenti, funzioni ormai bypassate in parte dalla digitalizzazione, che permette di fare le stesse cose on line, attraverso la App Palermo mobilita. E non solo.

«Per ottimizzare il servizio - spiega il presidente Giuseppe Mistretta - abbiamo siglato un accordo con la Sisal, grazie al quale si possono acquistare prodotti Amat in duecento tabaccherie sparse in tutti i quartieri. Stiamo quindi pensando anche a una riduzione degli uffici. Il primo a chiudere sarà quello di via Manin».

Il recupero del personale è comunque una goccia nell’oceano. Neanche se tutta la flotta per intero fosse dirottata sul servizio degli stalli a pagamento, infatti, la situazione sarebbe diversa in termini di ritorno economico per l’azienda dei trasporti, che ora vuole sperimentare per un mese e mezzo l’affiancamento del suo personale on the road nelle borgate marinare con i vigilantes della Sicurtransport, già impiegati per il controllo dei passeggeri sui bus con un contratto annuo da un milione, scaduto a fine mese e attualmente in proroga temporanea. Amat ha già bandito una gara pubblica (un milione e mezzo) che si celebrerà a fine mese per mantenere la sorveglianza sul regolare pagamento dei biglietti di chi sale a bordo dei bus.

«Il mio compito è solo quello di portare i conti dell’azienda in attivo - smorza i toni il presidente - e un cambio di passo lo abbiamo già attuato. Non è poi detto che si debba utilizzare necessariamente Sicurtransport. Faremo una offerta a tre società con la trattativa diretta e prenderemo la migliore». La cosiddetta sosta tariffata è un ramo in capo alla partecipata dei trasporti che Mistretta vorrebbe tagliare. In poche parole, sostiene il numero uno di via Roccazzo, «non produce redditi soddisfacenti». L’azienda è in vista del rinnovo del contratto di servizio con il socio Comune e i dati di cui oggi i documenti contabili dispongono spingono verso l’addio alla gestione. Meglio dunque che passi ai privati. Fermo restando che i posti di lavoro degli ausiliari e il loro passaggio al tempo pieno, assicura Mistretta, non sono in pericolo.

Ma la cosa non va giù a parte dei consiglieri comunali. «Sembra che il presidente dell’Amat sia stato vittima di un colpo di sole o di calore: soltanto così si possono spiegare alcune sue decisioni davvero incomprensibili - afferma Sabrina Figuccia, presidente della terza commissione, che si occupa di partecipate -. Partiamo dal presupposto che i vigilantes non avrebbero alcuna autorizzazione a svolgere l’attività degli ausiliari, lavoratori che svolgono la loro mansione da anni in attesa di passare dal part-time al full time. Come se non bastasse, è davvero sorprendente che Mistretta non abbia sentito il dovere istituzionale di comunicare questa scelta alla commissione consiliare, nonostante i tanti incontri che abbiamo avuto nelle scorse settimane. In attesa dei suoi chiarimenti, mi riservo di accertare se esistano i presupposti normativi e legali per questo appalto».

Critiche pure dalla componente della commissione, Concetta Amella: «Anziché ricorrere ad assunzioni esterne e creare nuovo precariato, si proceda, dopo 20 anni, al passaggio al full time degli ausiliari in organico, così come già previsto nel piano di risanamento, ricollocando su strada quelli al momento destinati ad altre mansioni, e si esiti finalmente il piano industriale, senza il quale Amat continua a navigare a vista».

E critiche arrivano pure dai consiglieri di Avs. «Delle due l'una: o la gestione delle zone blu, per come sono regolamentate, rappresenta solo un costo per l'azienda di via Roccazzo - dichiarano Fabio Giambrone e Alberto Mangano -. Oppure se i magri incassi sono dovuti ai controlli inadeguati, vuol dire che il servizio potenzialmente rende e si è rivelato un grosso errore di valutazione da parte di Amat rinunciare a metà degli stalli a pagamento. Per potenziare i controlli bisogna puntare, innanzitutto, sulla valorizzazione delle risorse interne».

Domani intanto il Cda dell’azienda del trasporto pubblico si riunirà per approvare i progetti di bilancio 2022- 2023. La relazione sul secondo trimestre del 2024 ha segnali incoraggianti e sopratutto incassi superiori alle aspettative. Il traino viene dal trasporto urbano e su quello il presidente Giuseppe Mistretta vuole continuare a puntare.

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