Guai. Molti guai in vista. In piena estate a Palermo la crisi dei rifiuti è sul punto di trasformarsi in emergenza, mentre la città è una distesa di cumuli maleodoranti. La Cisl, il sindacato maggiormente rappresentativo in Rap, l'azienda che cura la raccolta dell'immondizia, ha deciso che a fine mese non rinnoverà gli accordi di secondo livello con l'azienda per garantire i doppi turni di lavoro per alcuni equipaggi. Si tratta dell'unico modo con cui, finora, si è garantita la raccolta in città, seppure in maniera deficitaria. Su 37 itinerari di raccolta ogni giorno normalmente se ne coprono 27, gli altri dieci si cerca di fare come meglio si può. Uno di questi modi è far fare il doppio turno agli operatori, pagandoli sostanzialmente col salario accessorio. Per consentire questo serve un'intesa in sede sindacale, che è stata sempre garantita. Quest'anno, però, il budget accessorio per la Rap si è già esaurito. E gli accordi sul riequilibrio di bilancio impongono che non solo non si possano implementare, anzi devono anno dopo anno diminuire. «Non siamo più disponibili - dice non senza provocazione il segretario regionale della Fit Cisl, Dionisio Giordano - a firmare nuovi accordi, ammesso che si trovi il modo per aggirare l'ostacolo dei paletti fissati dal piano di riequilibrio. Noi diciamo basta. Da una parte c'è la lamentela per la città sporca, in Rap mancano più di 300 operai e non si riesce ad assumerne nemmeno uno, infine la beffa sul salario accessorio. A questo punto - continua Giordano - condividiamo le preoccupazioni della ragioneria generale e dell'ufficio Società partecipate sul rispetto del piano di riequilibrio, quindi non rinnoveremo gli accordi di secondo livello». La Cisl, pur riconoscendo che Roberto Lagalla vuole trovare una soluzione, ha «come l’impressione che appena il sindaco ingrana la marcia qualcun altro provi a tramutarla in retromarcia». Giordano, dunque, chiede le assunzioni e la ricapitalizzazione «per restituire all’azienda gli 11,5 milioni strappati con i Pef Tari 2022 e 2023». Giuseppe Todaro, presidente di Rap, ammette che senza i doppi turni il problema esiste. «L'incontro che avremo col sindaco (domani, ndr) - spiega - sarà decisivo perché dovremo prendere una decisione. Intanto siccome non ho ancora le carte a posto per i 106 operatori da assumere, lo farò subito per 50 di essi per i quali ho tutti i documenti necessari. Il 6, 7 e 8 agosto facciamo partire i corsi di formazione e subito li mettiamo in strada». Sarebbe una boccata d'ossigeno significativa. Nel frattempo il 25% della raccolta indifferenziata viene quotidianamente affidata all'esterno, oltre ad avere i doppi turni. Entro oggi si arriverà a otto ditte in campo, ciascuna con due squadre di operai. Per Katia Di Cristina, segretaria di Uiltrasporti, la soluzione è andare avanti con le assunzioni. E suggerisce di attuare lo studio di Carlo Amenta di «riorganizzare l'azienda per minimizzare i tempi morti e i fermi tecnici, in modo da massimizzare la produttività degli equipaggi». I quartieri sostanzialmente soffrono ormai quasi tutti. Da Boccadifalco alla Zisa, da Palazzo Reale alla Noce, da via La Malfa a Bonagia, dallo Zen al Villaggio Santa Rosalia: la situazione sta diventando un inferno, appesantita da temperature proibitive. Intanto, il capogruppo dei 5 Stelle, Antonino Randazzo, dice al presidente Todaro di dimettersi. E l’interessato risponde a muso duro: «Mi lascia perplesso il duplice ruolo di Randazzo, visto che prima di essere consigliere è stato dipendente di una ditta privata che si occupa di rifiuti. E che potrebbe trarre vantaggio da situazioni emergenziali».