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Case abusive sul mare, in Sicilia stop alla sanatoria

Riforma urbanistica: FdI rinuncia alla norma-salvagente per le costruzioni realizzate entro i 150 metri dalla costa

Ruspe in azione all'Oasi del Simeto in una foto d'archivio

La sanatoria delle case costruite nei 150 metri dalla battigia va in soffitta. Fratelli d’Italia ha rinunciato a forzare la mano e così è passata la linea delle opposizioni, che da tempo chiedevano di escludere questa e altre norme simili dalla riforma urbanistica.

Non se ne riparlerà più, almeno fino a quando l’Ars non aprirà una sessione specifica sull’edilizia. Ipotesi non prevista nel calendario di massima già stilato fino alla fine del 2024.

Mentre in aula si discutevano interrogazioni in materia di attività produttive, in commissione Territorio c’era la votazione finale sulla riforma urbanistica. È il testo che, esattamente un ano fa, era stato votato per singoli articoli. E uno di questi, già approvato, conteneva la possibilità di riaprire la sanatoria del 1985 per le case costruite sui 150 metri dalla battigia per le quali era già stata fatta (ma mai esaminata) la domanda. Un condono che avrebbe ridato speranza a circa 250 mila immobili, forse di più.

La norma era stata presentata dal capogruppo di Fratelli d’Italia all’Ars, Giorgio Assenza. E per quanto pronta da mesi non era mai arrivata in aula, complice le perplessità del quartier generale meloniano ad aprire un dibattito pubblico su una materia spinosa come l’abusivismo edilizio nei mesi precedenti le Europee.

 

L'articolo completo di Giacinto Pipitone sul Giornale di Sicilia oggi in edicola

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