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Dopo i risultati delle consultazioni europee a Palazzo d’Orléans, Schifani: «Solo un rimpasto chirurgico»

Pensa a un tecnico per l’Economia e attende la decisione del Riesame su Sammartino

Palermo.Congresso regionale della Democrazia Cristiana con Toto' Cuffaro. Nella foto il Presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e Toto' Cuffaro.Ph.Alessandro Fucarini.

«Un rimpasto chirurgico. Con qualche cambio ma deleghe immutate fra i partiti» parlando con i fedelissimi, ieri a 48 ore dalle elezioni che gli hanno riconsegnato le chiavi del centrodestra, Renato Schifani ha tracciato la rotta che porterà al rimpasto. Pochi, pochissimi, indizi che servono però a limitare ambizioni e pretese di alleati e singoli big dei partiti.

Si apre una partita lunga, a Palazzo d’Orleans. Intanto perché Schifani è intenzionato ad attendere, il 26, la decisione del Tribunale del Riesame sull’interdizione dai pubblici uffici inflitta dal gip a Luca Sammartino. Una riabilitazione dell’ex assessore all’Agricoltura toglierebbe al presidente più di un problema: a cominciare dalla pretesa di Fratelli d’Italia di avere proprio quella delega.
Schifani non vuole aprire la maglia delle deleghe. Immagina un rimpasto in cui l’impalcatura del governo resti intatta e arrivino solo le indicazioni dei partiti per cambiare qualche uomo al timone degli stessi assessorati. Il presidente pensa a quattro nuovi assessori al massimo. E al 90% le deleghe resteranno intatte, ha fatto trapelare il presidente a chi gli ha parlato ieri concedendosi solo l’eventualità di qualche cambiamento. È un messaggio a Fratelli d’Italia, che a caldo lunedì, ha chiesto di avere deleghe più pesanti: Agricoltura e Formazione in primis.

Sono proprio gli assessorati oggi affidati alla Lega. E per questo Schifani spera di recuperare Sammartino bloccando sul nascere ambizioni di altri sull’Agricoltura. Proprio la Lega ieri ha fatto sapere che difenderà la posizione anche dell’altro assessore, Mimmo Turano alla Formazione. Scendono quindi, e di molto, le chance di Annalisa Tardino di entrare in giunta dopo il flop alle Europee. Anche se la ex segretaria regionale vanta una promessa di Salvini in questo senso. E può contare sull’intenzione dello stesso Schifani di sostituire Turano. In quel caso, però, sarebbe l’area Sammartino a indicare il sostituto al presidente nell’ambito di una battaglia interna al Carroccio che finora ha visto prevalere l’ex assessore all’Agricoltura.

Si vedrà. Intanto un assist a Schifani sulla strategia lo ha offerto ieri Cuffaro. L’ex presidente della Regione ha prima mostrato i muscoli commentando l’esito delle Amministrative: «La Democrazia Cristiana sarà rappresentata in quasi tutti i 37 Comuni nei quali si è votato per le Amministrative. Sono stati eletti un sindaco e 40 consiglieri comunali, mentre il candidato sindaco di Gela andrà al ballottaggio». Poi Cuffaro ha anticipato «l’intenzione di confermare entrambi gli attuali assessori». Blindando così Andrea Messina alla Funzione Pubblica e Nuccia Albano al Lavoro. Cuffaro si è detto disponibile a discutere di un cambio «solo se ci sarà una rivisitazione anche delle deleghe».

Sono posizioni che gelano le ambizioni di tanti big dell’Ars di entrare in giunta, in primis il democristiano Ignazio Abbate. E poi, fra gli autonomisti, Giuseppe Carta, che sfrutterebbe l’appello già espresso da Lombardo per avere più spazio (cioè un secondo assessorato) dopo l’aiuto elettorale offerto a Forza Italia.
Schifani si prepara a resistere a questo pressing che arriva da più parti. E forse anche per allargare il campo del dibattito nel centrodestra ha fatto sapere di essere pronto anche a discutere del sottogoverno, «almeno delle tante postazioni oggi commissariate».

A questo punto la palla torna a Fratelli d’Italia, il partito che sembra più pronto al rimpasto. Elena Pagana dovrebbe lasciare spazio a Giusi Savarino. E poi si aprirà un’altra partita intorno alla poltrona di assessore ai Beni Culturali, oggi occupata da Francesco Scarpinato. Nel partito sono in tanti a guardare a quell’assessorato, in primis Nicola Catania ma anche la corrente etnea di Salvo Pogliese che ha fallito l’elezione a Bruxelles incassando tuttavia quasi 50 mila voti. Non è marginale neppure la partita che si giocherà in Forza Italia. Lì è certa la necessità di sostituire Marco Falcone all’Economia. Il neo eurodeputato ha fatto sapere di voler essere coinvolto nella scelta del suo successore «che deve essere una personalità di alto profilo e non figlia di accordini».

A Catania si fa il nome di Giovanni La Via come possibile rappresentante dell’ala che fa capo a Falcone. Il presidente, invece, starebbe pensando a un tecnico al di fuori del gruppo parlamentare. E la ricerca è appena partita. Mentre l’altro assessorato in quota forzista che cambierà titolare è la Sanità. Sui nomi non c’è ancora alcuna indicazione ma il presidente ha fatto sapere che per Forza Italia sarà lui a decidere, in piena autonomia: un altro avviso ai naviganti.

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