«Viviamo una forma di antagonismo tra poteri dello Stato. Ma la magistratura non vuole lo scontro, piuttosto rivendica il diritto-dovere di svolgere la funzione di controllo della legalità nel perimetro tracciato dalla Costituzione». Lo ha detto il presidente della corte d’appello di Palermo, Matteo Frasca, aprendo la seconda giornata dei lavori del 36esimo congresso dell’Associazione nazionale magistrati in corso a Palermo.
«I controlli vengono vissuti troppo spesso come ingerenza nelle attività del governo - ha aggiunto - ma i controlli hanno la funzione di garanzia dei cittadini. Si avverte una insofferenza che si coglie anche nelle riforme dei delitti contro la pubblica amministrazione. Non si comprende peraltro che si tratta di reati che ormai vedono sempre più protagonista Cosa nostra». Secondo Frasca, «il consenso popolare non legittima ogni atto di governo e non può rendere lecito un atto contrario alle norme».
Per Frasca, «la separazione delle carriere sarebbe inutile e dannosa. Tutto si tiene. Una magistratura autonoma e indipendente interpreta e applica la legge garantendo imparzialità». Il presidente della corte d’appello di Palermo ha elencato tutti i progetti di riforma in tema di giustizia, dalla riscrittura della composizione del Csm, all’annunciato intervento sull' obbligatorietà dell’azione penale, «progetti - ha spiegato - che concorrono al riassetto dei poteri dello Stato e che non apporterebbero alcun beneficio al funzionamento della giustizia né accorcerebbero la durata dei processi o li renderebbero più efficienti». A suo giudizio, «una magistratura debole non è in grado di garantire i diritti dei cittadini né di esercitare un vero controllo di legalità».
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