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Gli indennizzi dimenticati: pignoramenti al Comune di Palermo

Il caos-pratiche denunciato ieri dal nostro giornale: somme congelate in Tesoreria

Non solo cifre gonfiate dagli interessi per il ritardo nei risarcimenti degli incidenti stradali. Che è già un bel danno. Il Comune, nella lunga lista di condanne definitive per sinistri causati da buche e dissesti (come anticipato dal Giornale di Sicilia) , si è pure visto pignorare una somma dal conto corrente intestato alla Tesoreria dell’Ente, dove confluiscono la liquidità per le spese e gli stipendi del personale. Poca roba, per carità, almeno in questo caso, che non mette in crisi le finanze ma diventa termometro della situazione che rischia di sfuggire di mano più largamente e con effetti peggiori. Non si sa se è successo in altri casi, se altri giudici abbiano autorizzato il pignoramento. Di certo, è andata così per un condominio di via Leonardo da Vinci, in attesa di risarcimento mai arrivato dopo la sentenza di giugno 2019 e successivo precetto: una parte del debito del Comune è stato pignorato alla Bnl.

La passività, priva di copertura finanziaria, non era stata comunicata e quindi inserita nel Piano di riequilibrio.

E non era certo la sola: nell’elenco consegnato ai consiglieri della commissione Bilancio, che avevano avviato una istruttoria sul funzionamento dell’ufficio Sinistri, in lista d’attesa per i rimborsi legati a cause perse ci sono altri 500 privati. C’è una cronica incapacità, che dura da anni, degli uffici responsabili della gestione degli incidenti di far fronte alla grande mole di lavoro. Cosa che ha messo a repentaglio la corretta gestione delle richieste di risarcimento e la liquidazione delle sentenze di condanna, dovuta, principalmente, a una carenza di personale qualificato. Il personale risicato e il possibile danno all’erario, ora denunciato nell’esposto di Ugo Forello alla Corte dei conti, era in realtà già stato più volte agitato come spauracchio dal ragioniere generale Paolo Basile, sentito alcuni giorni fa in I Commissione assieme al dirigente dell’area, Roberto Raineri. Già da novembre dello scorso anno, Basile aveva inviato lettere e moniti sul rischio di danno erariale per la gestione dell’ufficio: non si poteva aver «contezza di quante fossero le pratiche inevase» e si chiedeva al segretario generale «un immediato intervento ispettivo finalizzato per accertare l’entità del danno sino ad oggi». Oltre alla opportunità di informare della situazione la Corte dei Conti. Le bacchettate di Basile all’amministrazione per uscire dalle sabbie mobili dei risarcimenti sono rimaste costanti, ma a nulla pare finora siano valse per scongiurare il peggio. Dopo i riscontri dell’Avvocatura del Comune sui pignoramenti, la soluzione sarebbe stata quella di ottenere dalla controparte una possibile rinuncia alla procedura esecutiva. Ma era l’estrema ratio. Il problema va risolto a monte e nella corrispondenza era stato coinvolto pure il capo area dei Lavori pubblici e manutenzioni: l’idea era quella di creare un gruppo di lavoro con l’inserimento di periti medici e assicurativi in grado di gestire le richieste di risarcimento sin dalla prima istanza presentata. Intanto, però, ne restano per 6 milioni.

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