L’ufficialità è arrivata oggi, durante la direzione nazionale a Roma: il mosaico degli otto nomi che il Partito democratico presenta alle prossime elezioni europee per la circoscrizione insulare è deciso, a cominciare dalla capolista, voluta con forza dal segretario siciliano del partito Anthony Barbagallo: sarà la numero uno dei Dem, Elly Schlein, che scenderà in campo, sempre come apripista, anche nella circoscrizione Centro. A seguire, nella testa di lista, il siracusano Antonio Nicita, vicepresidente del gruppo al Senato, e la giornalista Lidia Tilotta (nella foto), vicecaporedattore della Tgr Rai, come candidatura indipendente, in linea con il modus operandi seguito dal Pd a livello nazionale, ossia «pescare» dall’area civica in ogni regione. Quest’ultimo nome era uscito un po’ a sorpresa qualche giorno fa, e la diretta interessata si era riservata di accettare. Ora è arrivato il via libera. Tra gli otto anche il deputato europeo uscente Pietro Bartolo e l’ex segretario regionale Giuseppe Lupo, attualmente consigliere comunale a Palermo. «Nelle prossime ore, d’accordo con la segreteria nazionale, definiremo l’ulteriore candidatura di una donna per definire la proposta politica del partito siciliano», si legge in un post nel profilo Facdbook del Pd dell'Isola. «Sono certo che Elly Schlein calamiterà l’entusiasmo e la passione dei siciliani, come già accaduto tutte le volte che la nostra segretaria nazionale ha fatto visita nell’Isola», dice Barbagallo. Nessun timore sul rischio di perdere voti dopo l’ennesima spaccatura con i Cinquestelle, «anche perché - afferma il segretario siciliano del partito -, al di là dei colpi bassi che ci sono arrivati e rispetto ai quali non vale la pena replicare, la vera sfida non contro gli altri partiti, ma è recuperare le persone che non vanno più a votare, facendo riaffezionare alle urne e alla politica il nostro elettorato storico e chiunque abbia un’idea della Sicilia diversa da quella dell’attuale governo regionale, che sta dimostrando inadeguatezza e un sistema di costruzione del consenso che riporta le lancette del tempo al secolo scorso». E in quest’idea, continua Barbagallo, «non può certamente trovare spazio l’autonomia differenziata di Salvini, con cui il centrodestra vuole spaccare il Paese. Porte aperte, invece, alla tutela dell’ambiente e alla difesa dei diritti sociali e del lavoro». Target minimo, superare il 16% di preferenze incassate nelle precedenti elezioni. Per Sergio Lima, componente della direzione nazionale del Pd, «una missione possibile, seguendo il solco cominciato con la vittoria di Elly alle primarie, per un Partito democratico rinnovato, con nuovi gruppi dirigenti e nuovi contenuti, senza mai dimenticare tre pilastri: la pace, la questione ambientale - che è anche questione economica come dimostrato dalla crisi idrica in Sicilia - e la competenza, quella che porteremo a Bruxelles per imporre le esigenze dell’Isola nello scacchiere europeo».