Mancanza di gestione industriale del settore, utilizzo disomogeneo delle risorse economiche, inadeguatezza degli interventi e incapacità di realizzare infrastrutture efficaci. Questi sono i principali nodi che hanno bloccato il settore idrico in Sicilia, diventando negli anni una zavorra sempre più pesante che ha determinato la situazione di estrema criticità nell’isola. Se la Sicilia oggi rischia di soffrire la sete, è non soltanto per gli effetti dei cambiamenti climatici ma per trentennali scelte sbagliate che hanno prodotto un sistema confuso, frammentato e anacronistico rispetto all’evoluzione del sistema. Questo il dato inequivocabile che è emerso dal convegno svoltosi ieri (10 aprile) a Palermo, organizzato dalla Femca Cisl Sicilia insieme alla Cisl Sicilia e alla Femca Cisl, sul tema «Acqua, custodire il bene più prezioso, criticità e opportunità nella gestione del servizio idrico integrato in Sicilia».
Al convegno sono intervenuti il segretario generale della Femca Cisl Sicilia, Stefano Trimboli, il segretario generale della Cisl Sicilia, Sebastiano Cappuccio, la segretaria generale della Femca Cisl, Nora Garofalo, gli assessori regionali, Edy Tamajo e Roberto Di Mauro, il professore di Scienze Economiche dell’Università di Udine, Antonio Massarutto, il segretario generale dell’Autorità di bacino della Sicilia, Leonardo Santoro e Tania Tellini, direttore del settore Acqua di Utilitalia.
«Scontiamo ancora importanti perdite nella rete, la gestione del servizio nell’isola è affidata a soggetti diversi, in alcune province come Caltanissetta, Enna e Siracusa sono privati, in altre come Palermo, Agrigento e Ragusa a partecipazione pubblica, altre in fase di affidamento come a Messina e Catania e in una a Trapani ancora non si conosce il modello che si vuole adottare. Intanto continuiamo a essere sotto infrazione da parte dell’Unione per la mancata depurazione delle acque. Questo il quadro complessivo in cui ci troviamo, con una possibile emergenza idrica alle porte», ha detto il segretario generale della Femca Cisl Sicilia, Stefano Trimboli che ha sottolineato come «siano indispensabili oggi interventi da un lato per affrontare l’attuale situazione di crisi e dall’altro, di medio e lungo termine per il futuro».
Della necessità di avviare un confronto con la Regione ha parlato il segretario generale della Cisl Sicilia, Sebastiano Cappuccio. «Da tempo sollecitiamo il presidente della Regione e tutti gli assessori ad aprire tavoli tematici con le parti sociali perché soltanto con la concertazione si possono raggiungere risultati efficaci e concreti - ha dichiarato Cappuccio - su un tema importante come quello del settore idrico non si può certamente prescindendo dai sindacati. E per questo sollecitiamo il governatore a coinvolgere attivamente i sindacati anche nei lavori della task force regionale che si è insediata ieri e nella programmazione delle attività in materia che gli assessorati interessati predisporranno».
Tania Tellini, direttore del settore acqua di Utilitalia ha posto l’accento sull’urgenza di completare il processo di affidamento del sistema idrico integrato a gestori industriali, sulla necessità di riprogrammare le infrastrutture per la resilienza della risorsa idrica, a partire dalla manutenzione degli invasi e il loro utilizzo a uso plurimo. E ha evidenziato che «occorre incrementare la produzione di acqua complementare, in particolare attraverso il riuso delle acque reflue affinate e la produzione di acqua dissalata, rendendo efficienti e rinnovando il parco degli impianti di dissalazione».
Per la Segretaria generale della Femca Cisl, Nora Garofalo: «Sono passati trent’anni dalla legge Galli, eppure nessuno dei suoi princìpi fondamentali - solidarietà, efficienza, efficacia, imprenditorialità - ha visto una reale attuazione nella nostra regione». Quattro le proposte della Femca Cisl per un utilizzo sostenibile dell’acqua. «Va data piena attuazione alle direttive europee, aggiornando e adeguando la normativa nazionale, per garantire la qualità del servizio ed evitare gli sprechi - ha affermato la segretaria generale della Femca Cisl - va avviato un piano di investimenti per le infrastrutture acquedottistiche, fognarie e depurative, anche per offrire un approvvigionamento continuo al settore idroelettrico e al tempo stesso va valorizzato il risparmio idrico, incentivando l’utilizzo di acque reflue depurato. Fondamentale è anche una svolta culturale, perché vanno informati e coinvolti i cittadini e i lavoratori rispetto a un impiego responsabile dell’acqua». La segretaria generale della Femca Cisl ha messo in evidenza la rilevanza delle risorse destinate al settore idrico in Sicilia. «L'acqua è una risorsa indispensabile per i cittadini e per i cicli produttivi e industriali. In Sicilia non mancano né fondi, né progettualità - ha rimarcato - ma occorre definire un piano organico con investimenti strutturali, accanto a un approccio di tipo industriale nella governance di settore».
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