S'infiamma il caos sulla sanatoria delle case confiscate alla mafia occupate abusivamente. La delibera, proposta dall'ex assessore all'Emergenza abitativa Antonella Tirrito, approvata a fine dicembre scorso dalla giunta Lagalla e contestata sin da subito dall'allora vice sindaco Carolina Varchi, viene criticata anche da Brigida Alaimo, assessore con le deleghe al Bilancio e ai Beni confiscati.
«Non abbiamo cambiato idea: dopo avere chiesto formalmente la sospensione, ribadiamo la richiesta di ritiro della delibera che propone la sanatoria di un comportamento illecito come l’occupazione abusiva di beni confiscati a Cosa nostra. Un Comune come Palermo non può
permettersi di strizzare l’occhio ai furbi a danno dei cittadini che rispettano le regole», dice Alaimo.
«Quella famigerata delibera - aggiunge - approvata in assenza degli assessori di Fratelli d’Italia deve essere immediatamente revocata anche per le numerose falle tecniche, a cominciare dai limiti relativi alle eventuali verifiche delle Prefetture, fino agli aspetti di ordine economico e finanziario. Se proprio si vuole affrontare l’emergenza abitativa attraverso l’utilizzo dei beni confiscati a Cosa nostra, si seguano altre strade, come ad esempio quella di attingere dalle graduatorie nelle quali tanti palermitani perbene attendono il loro turno, sorpassati da chi usa la forza. Questo non è accettabile sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista politico. Noi di Fratelli d’Italia saremo sempre contrari alla sanatoria indiscriminata che danneggia tanti cittadini onesti».
Piccata arriva la replica del consigliere comunale Mariangela Di Gangi: «A dimostrazione della finta vicinanza ai problemi delle persone di Fratelli d’Italia e delle loro posizioni solo ideologiche, l’intervento dell’assessora Alaimo non solo è politicamente contestabile nel merito, ma lo è anche tecnicamente», dice.
«L’assessore ignora infatti che alla regolarizzazione delle posizioni abitative, nei beni confiscati come negli altri beni pubblici inutilizzati a uso abitativo, si poteva accedere solo entro il 31 marzo scorso, grazie al solerte intervento del Governo regionale di centro destra, di cui pure FdI fa parte, che ha nel silenzio generale introdotto questo limite. E vale la pena ricordare che in questo modo le famiglie che intendono regolarizzarsi intendono anche pagare un canone di locazione, seppur sociale, in ragione della loro condizione di svantaggio. Al Comune di Palermo quindi oggi non resta che esitare le poche decine di richieste già pervenute per un provvedimento legittimo ed esistente al momento della ricezione e cui è quindi obbligatorio adempiere. A Fratelli d’Italia invece consigliamo di gettare la maschera e dire che le uniche sanatorie che condividono sono quelle per gli evasori fiscali e per i loro amici. Per quel che riguarda il rispetto delle regole, che altrettanto a convenienza sta a cuore al partito dell’assessore, ricordiamo che anche la Costituzione italiana è tra quelle che vanno rispettate ed è questa, innanzitutto, a sancire la tutela del diritto all’abitare come diritto fondamentale, che Stato e Comune devono garantire».
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