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Le due aggressioni del medico al Cervello e dell'infermiera all'Ingrassia, ai raggi X il sistema di sicurezza negli ospedali di Palermo

L'Azienda sanitaria di provinciale valuta le azioni necessarie per tutelare gli operatori

Il pronto soccorso dell'ospedale Cervello di Palermo

Ieri è approdata sul tavolo del commissario straordinario dell’Asp di Palermo Daniela Faraoni la relazione dettagliata dell'infermiera dell'ospedale Ingrassia, aggredita martedì 12 marzo. Relazione che sarà attentamente esaminata e che diventerà occasione per fare una nuova analisi delle eventuali contromisure, anche se le sfere di competenza dell’azienda appaiono già tutte ampiamente assolte. Ogni ospedale dell’Asp 6 è infatti dotato di postazioni con vigilanti, video sorvegliato all’interno e all’esterno. «Si valuterà - sono al momento le uniche parole che trapelano dall’azienda sanitaria - ogni possibile azione per tutelare il lavoro degli operatori dei pronto soccorso». Appare scontato che l’eventuale processo a carico degli aggressori vedrà l’Asp costituirsi in giudizio.

La relazione servirà soprattutto a capire se ci sono state falle nei sistemi di sicurezza anche se sino ad oggi, rispetto alle ricostruzioni dettagliatamente fatte, non è emersa alcuna responsabilità del personale sanitario e della sicurezza in servizio per quel che è accaduto.

Proseguono le verifiche da parte dell'azienda Villa Sofia-Cervello per l'aggressione al medico Alfredo Caputo, primario di Endocrinologia oncologica dell’ospedale Cervello di Palermo. Le indagini della squadra mobile sono state rapidissime ed il ventritreenne, M. P. di Sciacca, non ha avuto scampo. Lo specialista si era rifiutato di prescrivere al giovane un farmaco in attesa di avere un quadro clinico più chiaro. Il medico venne aggredito all’interno della sua stanza di servizio durante una conversazione telefonica con un taglierino, rimediando una grave lesione all’orecchio destro e danni al tendine del braccio sinistro. I fendenti vennero sferrati a soli tre centimetri dalla carotide, altrimenti l’epilogo sarebbe stato più tragico. Quel giorno di follia era stato raccontato da Caputo in esclusiva al Giornale di Sicilia: «Ero girato verso il pc e improvvisamente alle mie spalle è arrivata questa furia», aveva ricordato.

«Il tema delle aggressioni al personale sanitario - affermano Antonio Ruvolo e Giovanni Cucchiara, dirigenti sindacali della Fials che commentano gli ultimi episodi di aggressione e l’arresto del presunto autore dell’aggressione al Cervello - può essere risolto solo se tutte le istituzioni in sinergia decidono di affrontarlo potenziando il personale e rivedendo i modelli organizzativi e aumentando la sicurezza. Quanto accaduto deve fare aprire ancor di più gli occhi sul pronto soccorso delle strutture ospedaliere, dove frequentemente la ressa per i tempi di attesa troppo lunghi si trasforma in rissa. A nostro avviso, oltre a dotare di adeguato numero il personale tutto, è necessario convocare una tavola rotonda tra il governo regionale, l’assessore alla Sanità, il sindaco, la Seus, l’Ordine dei medici e i direttori delle aziende sanitarie, al fine di trovare un progetto volto a nuovi modelli organizzativi e strutturali per facilitare gli ingressi al pronto soccorso con una politica aziendale che ne faciliti le dimissioni e i tempi di attesa per le visite e gli esami. Un modello di triage da seguire potrebbe essere quello dell'ospedale Civico, con aree destinate ai codici gialli con la presenza di infermieri, medici e Oss».

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