Palermo

Giovedì 21 Novembre 2024

Alberi, la mappa del pericolo a Palermo: ce ne sono 100 da abbattere

Un albero per ogni neonato. Questa la filosofia di una legge che impone ai Comuni con più di 15 mila abitanti il consolidamento del patrimonio verde in rapporto alla movimentazione dell’anagrafe. In città la prescrizione è stata abbondantemente rispettata. In quattro anni, dal 2020 al 2023 fra piante di alto fusto, arbusti e piante ornamentali le piantumazioni sono state quasi 148 mila. A questo proposito è interessante notare come la curva della natalità in 4 anni sia andata progressivamente calando. I bambini nati nel 2020 (o adottati), in piena pandemia, sono stati 5.075, l’anno successivo 4.955, nel 2022 piccola risalita a 4.996 e poi, l’anno scorso, si scende a 3.228. Tutte queste informazioni fanno parte di una risposta che l’ufficio Gestione del verde - all’interno dell’area del Patrimonio e delle Politiche ambientali - ha fornito all’interrogazione della consigliera a 5 stelle Concetta Amella. La quale, appunto, voleva fare il punto sullo stato dell’arte delle alberature: quelle pericolanti, quelle abbattute perché pericolose e anche quelle di nuova installazione. La risposta tecnicamente la fornisce il dirigente Francesco La Monica e politicamente l’assessore Pietro Alongi.

Nel 2023 abbattuti 90 alberi

L’anno scorso sono stati abbattuti circa 90 alberi posti in classe di pericolosità D, quindi rischio elevato. Ma, ovviamente, sono molte di più le essenze che andrebbero eliminate sia sulle strade che nei parchi. Ma in ogni caso non ci sono le risorse di uomini e mezzi per potere effettuare un controllo capillare e costante. Gli uffici al riguardo spiegano «che si procede ad abbattimento solo dove i livelli di rischio si collocano al di sotto di normali soglie di tolleranza e l’esemplare costituisce grave pericolo che minaccia l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana». E così si è proceduto con le estirpazioni in molte parti della città: da via Libertà a piazza Politeama, da villa Bonanno alla Città dei Ragazzi. Allegati all’interrogazione ci sono gli elenchi degli esemplari eradicati nel 2023 con specie arborea indicata, indirizzi e il tipo di collocazione (aiuola, parco, filare). Stessa cosa viene fatta per quelli da buttare giù: sono 115 fra aceri, ficus, platani, pini, cipressi e jacarande. Andrebbero estirpati ma «con le limitate risorse disponibili, viene data priorità alla eliminazione di gravi situazioni di pericolo».

Gli altri cento da tagliare

Secondo quanto si apprende, risultano rilasciati nulla osta «per l’abbattimento di alberature pericolose in aree private percorse dal fuoco ed è stata autorizzata la Protezione civile ad intervenire per la messa in sicurezza di alberature a margine della vie pubbliche. Relativamente alle aree percorse da incendi va tuttavia osservato - si legge nella risposta alle domande della Amella - che sono vietate per cinque anni dall’incendio, su questi soprassuoli, le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche». La consigliera Amella aveva anche evidenziato la necessità e l’utilità di avere una «anagrafe» verde a disposizione. Che, però, non esiste. Nelle intenzioni dell’amministrazione c’è di effettuare una rilevazione completa del patrimonio arboreo. Ma si spiega nella risposta alla grillina che «le risorse disponibili, sia finanziarie che umane, sono vertiginosamente diminuite nel tempo e ciò ha determinato l’impossibilità, allo stato degli atti, di dettagliare tutte le nuove alberature suddivise per sito di impianto nonché la tipologia, luogo dove è stato posto a dimora e persona che ha richiesto la registrazione anagrafica». Un’attività non aggiornata, ma che comunque è stata avviata «e consentirà entro l’anno di avere una banca dati dinamica implementabile costantemente in condizione di essere interrogata liberamente dal singolo cittadino, in tempo reale, mediante app per cellulare». Nella foto di Alessandro Fucarini l'albero pericolante in corso Calatafimi

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