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Servono soldi, il Comune di Palermo vende i beni

Il Consiglio ha approvato la delibera con l'elenco dei beni da cedere. Palazzi storici, chioschi e la ex Chimica Arenella potrebbero essere solo dati in gestione

Appartamenti, chioschi, ex asili, palazzi storici, il mattatoio e l’ex Chimica Arenella: sono solo alcuni degli immobili (4600 solo le residenze) che ora il Comune di Palermo vuole alienare a privati o valorizzare, sperando di regalargli una seconda giovinezza e fare intanto cassa. Restauro, conservazione, risparmio di spese e utile per i conti che soffrono di male atavico. Venduti o affittati, a seconda della necessità. Il Consiglio comunale ha approvato ieri la delibera che contiene il numeroso elenco del patrimonio da dismettere definitivamente con un bando per l’asta pubblica. O, in alcuni casi, demandare la decisione più redditizia alla valutazione del fondo immobiliare legato al ministero dell’Economia: in parole povere, per alcuni immobili e impianti sportivi potrebbero essere prese soluzioni diverse dalla cessione. O consegnare l’intero pacchetto al fondo che lo riqualificherà a spese proprie e lo amministrerà in toto o pagando un canone all’amministrazione. Ma potrebbe anche essere alla fine venduto, se è giudicata la strada migliore per le finanze comunali. La parola d’ordine è redditività.

Tra i beni a cavallo tra dismissione e riconversione affidati all’esterno, ci sono appunto l’ex fabbrica di Vergine Maria, il macello, edifici storici (i palazzi Fiumetorto a Ballarò o Cefalà in via Alloro), il parco Cassarà (caffè letterario, punto ristoro, pista di pattinaggio, campi di bocce e locale per noleggio bici, valutati complessivamente in 23.650 euro) e l’immobile di piazza della Serenità. E ancora: il mercato ittico (623 mila euro), il Vespasiano del Giardino Inglese (2.500) e il convento della Santissima Annunziata.

La gestione del patrimonio immobiliare comunale è strettamente legata alle politiche che il Comune intende perseguire e la valorizzazione è un passo importante. «È la vera novità del piano - dice il presidente Giulio Tantillo -. Anche lo stadio Barbera, che qualcuno voleva tra i beni alienabili, è invece entrato nell’elenco». E, a proposito invece di nuovo Patrimonio, ci sarebbero già trattative in corso per l’acquisizione di due cinema storici: l’Astoria e il Golden. Oltre al «riscatto» della scuola Maredolce, che per metà appartiene a un privato.

È stato trasformato in ordine del giorno l’emendamento presentato da Mariangela Di Gangi sul Velodromo Borsellino, in via Lanza di Scalea. «Continua a non essere utilizzato come impianto sportivo e ad ospitare invece tanti concerti di privati - dice il consigliere di Progetto Palermo - . Non dimentichiamo che quello spazio è nato per essere a servizio dello sport della città, per lo sport e per il calcio più nello specifico, che non è soltanto quello dei professionisti. È indispensabile quindi che il Velodromo resti un impianto comunale, pubblico e gratuito, a disposizione non solo di una ma di tante realtà, senza usi esclusivi, per coloro che sperano di avere anche a Palermo, come accade ovunque, un campo da calcio pubblico fruibile».

Il Comune ha già capito di non potersi occupare di appartamenti e locali commerciali sparsi dal centro storico a tutti i quartieri. Il loro valore è stabilito in base al mercato. L’adesione al bando finalizzato all’alienazione degli immobili di edilizia residenziale pubblica, attivo dal 2016, negli ultimi anni ha registrato una fase di regressione: in base ai dati del Comune, infatti, da circa 140 domande presentate in quell’anno, nel 2022 erano già scese a 40 per diventare solo 23 lo scorso anno. Il provvedimento appena approvato non comporta alcun riflesso sulla situazione economica finanziaria dell’Ente ed è in linea con il piano di riequilibrio.

Nella foto l'edificio della ex Chimica Arenella

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