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«Roma con Raggi sindaco come Palermo con Ciancimino»: Sgarbi condannato per diffamazione

Il giudice ha stabilito che il sottosegretario alla cultura dovrà pagare 2.000 euro di multa e corrispondere una provvisionale di 20.000 euro all'ex prima cittadina della capitale

Vittorio Sgarbi

Il giudice monocratico della quinta sezione penale del tribunale di piazzale Clodio ha condannato al pagamento di 2.000 euro di multa, il sottosegretario alla cultura, Vittorio Sgarbi, imputato per diffamazione nei confronti dell'ex sindaca di Roma, Virginia Raggi. La querelle tra l'ex prima cittadina della Capitale e Sgarbi nasce da una dichiarazione che quest'ultimo fece in un'intervista rilasciata a una trasmissione televisiva, sull'abbattimento di un villino liberty al quartiere Trieste Coppedè, che venne poi fermato.

Il pm Giovanni Nostro aveva sollecitato una condanna a quattro mesi di reclusione per Sgarbi che paragonò l'ex sindaca grillina a Vito Ciancimino, sindaco di Palermo negli anni '70, condannato nel 1992 in via definitiva per associazione mafiosa, a cui venne attribuito il cosiddetto sacco di Palermo.

Nell'intervista televisiva, Sgarbi dichiarò «l'annunciata distruzione di ville liberty a Roma, denunciata da me e da Italia Nostra per primi, conferma la più inquietante delle prospettive: la Roma di oggi è come la Palermo di Ciancimino e il sindaco di Roma, distratto dalla difesa della città, è oggettivamente complice di questa azione criminale. M5s a Roma oggi è come la Democrazia cristiana a Palermo degli anni '70».

Oltre al pagamento di 2 mila euro di multa, il sottosegretario alla cultura, Vittorio Sgarbi, condannato per diffamazione nei confronti dell'ex sindaca di Roma, Virginia Raggi, dovrà corrispondere anche una provvisionale di 20 mila euro, all'ex sindaca pentastellata. Il giudice monocratico della quinta sezione penale, si è riservato 90 giorni di tempo per pubblicare le motivazioni della sentenza.

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