Nella sua agenda il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha segnato un bel po’ di priorità per l’anno appena cominciato: la reintroduzione, prima Regione in Italia, del voto diretto nelle Province superando la Delrio con la riforma pronta per l’Assemblea regionale, la costruzione di due termovalorizzatori per i quali aspetta dal ministro Gilberto Pichetto Fratin i poteri speciali come quelli assegnati dal governo Draghi al sindaco di Roma Gualtieri, la battaglia contro il caro-voli, ampliando alle destinazioni del Nord Italia gli sconti già in vigore per i siciliani che viaggiano in aereo per Milano e Roma, l’autonomia differenziata con l’equità sociale dei Lep, più risorse per l’insularità, la firma dell’accordo sui fondi per la sviluppo e la coesione col ministro Raffale Fitto.
Ma intanto Schifani brinda, incontrando la stampa per fare un bilancio dell’azione di governo, per alcuni risultati raggiunti nel 2023: 1 miliardo e 100 milioni di euro in più di entrate (Irpef, Ires, Iva e bolo auto), il raggiungimento del target di spesa dei fondi Ue 2014-20 che ha evitato il disimpegno di un miliardo al fotofinish, il parere positivo del Coordinamento tecnico specialistico (Cts) a investimenti in Sicilia per 19 miliardi di euro, l’abbattimento del 90% delle liste d’attesa.
Di fronte ai cronisti, convocati con qualche settimana di ritardo perché ha aspettato il via libera dell’Ars alla manovra finanziaria, «prima volta in vent’anni senza fare ricorso all’esercizio provvisorio», sottolinea, Schifani getta acqua sul fuoco delle polemiche scatenate dalla norma sulla sanatoria delle ville al mare inserita nella riforma urbanistica che approderà in aula a breve. «Il disegno di legge è stato esitato in commissione all’Ars, deve essere calendarizzato dalla capigruppo per l’aula. Non sta al governo in questa fase fare delle valutazioni. Quello che affronta un emendamento, inserito nel testo, non è un condono aperto e scriteriato, ma tende a rimediare a una confusione legislativa che ha determinato un limbo per gli immobili costruiti a 150 metri dalle coste tra il 1976 e il 1985. Non si tratta di un condono sulle coste, ma di una sanatoria molto più chirurgica». La norma porta la firma del capogruppo di FdI all’Ars, Giorgio Assenza.
Sul tema delle Province, il governatore è chiaro: «La legge Delrio ha fallito il suo obiettivo, su questo siamo in piena sintonia col governo nazionale. Io non escludo, quando la legge sarà approvata dall’Ars, la possibilità di accorpare il voto delle provinciali con quello delle europee. L’election day consente un risparmio economico».
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