Il primo sì all'Ars è arrivato quando mancava poco all'ora di pranzo. E così la legge che contiene la sanatoria degli immobili abusivi realizzati nei 150 metri dalla battigia fra il 1976 e il 1984 è pronta per essere votata in aula.
Tecnicamente la commissione Territorio dell'Ars ha approvato il disegno di legge di riforma urbanistica. Che al suo interno prevede la sanatoria sulle coste proposta dal capogruppo di Fratelli d'Italia, Giorgio Assenza, e sostenuta da tutto il centrodestra. Il testo contiene anche altre misure che sanano irregolarità, seppure meno gravi. La riforma urbanistica è stata approvata con i soli voti del centrodestra. Pd, grillini e Sud chiama Nord hanno votato contro, superando le divergenze che c'erano state durante i lavori nei mesi scorsi (quando i Dem avevano presentato emendamenti pro-abusivi che non erano piaciuti ai 5 Stelle).
La partita che si apre in aula è però tutta da giocare. Fratelli d'Italia chiede che la riforma venga messa subito ai voti, pur sapendo che il presidente della Regione Renato Schifani vorrebbe dare priorità alla legge che riporta l'elezione diretta nelle Province. Sarà il presidente dell'Ars, il meloniano Gaetano Galvagno, a decidere, convocando la conferenza dei capigruppo. L'opposizione intanto prepara le barricate. «Per noi questo testo è perfino incostituzionale – è la posizione della grillina Cristina Ciminnisi – e per questo motivo faremo di tutto perché non venga approvato. In aula sarà battaglia».
Non c'è un dato ufficiale sulle case che rientrerebbero nel condono, si parla di 200-250 mila immobili realizzati tra il 1976 e il 1984. La norma, inserita nel disegno di legge, è stata presentata dal capogruppo di Fdi Giorgio Assenza. Già in passato il deputato ci aveva provato, ma senza esito. Il primo tentativo lo fece sette anni fa, ma l'emendamento per la sanatoria non arrivò neppure in aula. Tre anni fa ci riprovò, ma la norma non passò per appena due voti. Ora il terzo tentativo, andato a buon fine in commissione Ambiente. Assenza ha più volte sottolineato che si tratta di una sua iniziativa e non del gruppo parlamentare che presiede, e che la norma serve a sanare una «ingiustizia che riguarda una precisa tipologia di immobili, finiti in un groviglio di norme e sentenze che nel tempo hanno creato questa anomalia, tutta siciliana» e «a dare decoro alle coste una volta e per tutte, analizzando caso per caso».
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