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Nuovo furto al Policlinico di Palermo, la Cgil: «Ora basta, vogliamo incontrare il prefetto»

I ladri sono entrati nel padiglione 13 e hanno fatto man bassa negli spogliatoi dei reparti di oncologia

Il Policlinico di Palermo

La scorsa notte i ladri sono entrati nel padiglione 13, dove ci sono i reparti di Oncologia medica, Oncologia chirurgica e Patologia generale, al Policlinico a Palermo, e hanno aperto 24 armadietti, portando via bancomat, contanti e computer. Le indagini sono condotte dai carabinieri.

«L’allarme tra le lavoratrici e i lavoratori del Policlinico - dichiarano i segretari generali di Cgil Palermo, Flc Cgil Palermo e Fp Cgil Palermo, Mario Ridulfo, Fabio Cirino e Giovanni Cammuca - per i ripetuti furti, che stanno toccando a giro tutti i reparti, è sempre più forte. Oltre alla solidarietà a tutti i lavoratori dell’azienda universitaria che operano in reparti delicati, e ai pazienti che già soffrono, chiediamo misure immediate per potenziare la vigilanza. È inverosimile che chiunque possa entrare senza controllo anche in reparti sensibili e negli spogliatoti privati, che dovrebbero essere interdetti a estranei, e compiere indisturbato atti del genere, compromettendo la sicurezza e la tutela di chi opera nella struttura».

La Cgil chiede all’azienda, all’Asp, alle forze dell’ordine, alla Prefettura e a tutti gli enti preposti di intervenire per potenziare le misure di sicurezza e tutti i servizi di vigilanza, a partire dai controlli per l’accesso ai locali interni da parte del pubblico.
«Chiediamo un incontro urgente al prefetto per discutere su come affrontare questa gravissima situazione – aggiungono Ridulfo, Cirino e Cammuca - C’è un’emergenza sicurezza ormai nota in tutta l’area del centro storico attorno a stazione, Policlinico e Civico, con una escalation di furti e atti vandalici, che non può essere sottovalutata. La gente è scesa in piazza a protestare chiedendo risposte dalle istituzioni. Siamo certi che, per il Policlinico, l’amministrazione abbia preso delle contromisure, ma non basta. Occorre qualcosa di straordinario. È
impensabile che in luoghi dedicati alla cura non si possa lavorare in sicurezza. E si debbano verificare atti che mettono a repentaglio anche la vita dei pazienti, come è accaduto per il tentato furto di rame nelle tubazioni, col rischio di interrompere l’ossigeno ai pazienti alimentati con i ventitalori. L’accesso ai locali non può essere così semplice per tutti. Ne va della tutela e della sicurezza del personale che lavora, oltre che dei pazienti che ne hanno diritto a cura e protezione».

 

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