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Pratiche di invalidità, la Cgil: «A Palermo ritardi allarmanti, due anni di attesa per l’esame»

La legge prevede il termine massimo di 120 giorni per l'evasione della domanda, Ridulfo: «Questi ritardi stanno provocando un gravissimo danno ed enormi disagi alle fasce più deboli della popolazione»

Mario Ridulfo

La Cgil Palermo e il patronato Inca Cgil denunciano «ritardi allarmanti» nell’evasione delle domande di invalidità civile, handicap, sordità, cecità e collocamento mirato e chiedono l’intervento delle istituzioni. I tempi di attesa per l’esame delle richieste, denuncia la Cgil Palermo, sono aumentati ormai da alcuni anni e i ritardi nello smaltimento delle pratiche continuano ad aggravarsi progressivamente di mese in mese.

«A Palermo, in particolare, i tempi di attesa per essere sottoposti alla prescritta visita medica, da parte delle competenti commissioni mediche del servizio sanitario pubblico, attualmente si aggirano intorno ai 2 anni dalla data della domanda, contro i 120 giorni previsti dalla legge quale termine massimo - dicono il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, il segretario d’organizzazione Cgil Palermo Francesco Piastra e il direttore Inca Cgil Palermo Valerio Lombardo - Dai dati disponibili (fonte Inps), le pratiche in giacenza per le prime visite, fino al 31 maggio 2022, erano 66.263. E la situazione non è cambiata, in quanto i tempi medi che noi riscontriamo non si sono ridotti». Cgil e Inca hanno inviato oggi una lettera all’assessore regionale alla Sanità, alla direzione sanitaria Asp 6, alla direzione dell’Inps di Palermo e al prefetto denunciando il disservizio e chiedendo un incontro urgente per affrontare la situazione. «Questi ritardi stanno provocando un gravissimo danno ed enormi disagi alle fasce più deboli della popolazione - aggiungono Ridulfo, Piastra e Lombardo - Il nostro patronato nel corso dell’ultimo biennio ha accumulato migliaia di istanze presentate ancora prive di riscontro da parte delle commissioni preposte, con grave pregiudizio di importanti diritti. Un tardivo riconoscimento dei benefici connessi allo status di invalido equivale a un mancato riconoscimento di ausili, protesi mediche, pensione anticipata».

Nella foto il segretario Mario Ridulfo

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