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Palermo, occupazione del suolo pubblico: autorizzazioni prorogate al 31 dicembre 2024

L'assessore Giuliano Forzinetti: «Non vogliamo lasciare indietro nessun imprenditore, che per le difficoltà ad ottenere le concessioni avrebbe dovuto scegliere tra lavorare abusivamente o chiudere l'attività»

Via Maqueda

Si estende alla fine del 2024 il termine di scadenza delle autorizzazioni per l'occupazione del suolo pubblico a Palermo. Il provvedimento è stato deliberato dalla giunta comunale, riguarda le attività di ristoro all'aperto assistite e non assistite ed è stato proposto dall'assessore alle Attività produttive ed economiche, Giuliano Forzinetti. «Ringrazio gli uffici per il lavoro svolto - dichiara -. Nonostante la carenza cronica di personale, che negli ultimi mesi è peggiorata ulteriormente, non vogliamo lasciare indietro nessun imprenditore, che a causa delle difficoltà per l'ottenimento delle concessioni, avrebbe dovuto scegliere tra lavorare abusivamente o chiudere l'attività. Rispetto alle delibere precedenti abbiamo esteso la proroga anche per le istanze ordinarie in attesa di rinnovo. Per le nuove istanze consigliamo sempre di utilizzare la procedura semplificata».

Fipe Confcommercio Palermo ha accolto di buon grado il provvedimento deliberato dalla giunta comunale: «Siamo soddisfatti della proroga, senza la quale dal primo gennaio in tantissimi sarebbero diventati abusivi - commentano Antonio Cottone e Doriana Ribaudo -. La proroga si è resa necessaria per la mancanza di personale dedicato al Suap che non ha consentito di smaltire le tantissime istanze: proprio per questo riteniamo indispensabile che il Suap venga potenziato affinché nessun collega si ritrovi costretto a scegliere di chiudere o lavorare nell'abusivismo. Inoltre sin da inizio anno ci attiveremo, a livello regionale, di concerto con la dirigenza regionale di Fipe, affinché si modifichi una norma regionale sul suolo pubblico che penalizza fortemente i ristoranti con cucine e servizi e con una superficie di somministrazione, di conseguenza, ridotta a dispetto di locali che a volte non hanno nemmeno bagni per i propri clienti».

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